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“Il biscione dell’Inter è il simbolo di Milano, lo scudetto dà lustro alla città”: Ivano Bordon a Fanpage.it

Ivano Bordon commenta a Fanpage.it la vittoria dell’Inter dello scudetto 2024: “È stata veramente una cavalcata trionfale, perché l’Inter ha dimostrato, sin dall’inizio, di essere la squadra più forte”.
A cura di Paolo Giarrusso
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Ivano Bordon (Foto da Facebook)
Ivano Bordon (Foto da Facebook)

Campione del mondo con l’Italia di Bearzot nel 1982. Due scudetti con l’Inter, nel 1970-’71, 1979-’80. Ivano Bordon, portiere nerazzurro per tanti anni (soprannominato "saracinesca") commenta con Fanpage.it la vittoria dello scudetto dell'Inter.

Scudetto e seconda stella per l'Inter. Una cavalcata trionfale…

È stata veramente una cavalcata trionfale, perché l'Inter ha dimostrato, sin dall’inizio, di essere la squadra più forte. Pochissime difficoltà, grandissimi meriti per la compagine di Inzaghi, qualche demerito per gli avversari che, spesso, non sono stati all’altezza di un team, peraltro, inarrestabile.

Chi, come te, ha vinto lo scudetto in maglia nerazzurra, ci può dire cosa si prova?

Beh, sai, per me è stato ancora più bello, perché, in un'annata strepitosa, ho fatto l’esordio in serie A, in un derby. Vincere lo scudetto così è una cavalcata che ti permette di sopperire a qualche calo che, in certe partite, puoi inevitabilmente accusare. È una grossissima soddisfazione, anche perché sei stato capace di stare, con la testa, sul pezzo, per una stagione intera.

Non è tempo di cicli, ma, secondo te, questa Inter ne può aprire uno?

Io penso che, se la società vuole aprire un ciclo, deve sapere operare con intelligenza, sostituendo adeguatamente, con elementi di pari livello, nel corso degli anni, quei giocatori che, per varie ragioni, possono accasarsi altrove.

All'inizio di questo campionato, avresti mai pronosticato, per l’Inter, un cammino vittorioso del genere?

Che fosse l’anno dell’Inter e che potesse vincere lo scudetto e raggiungere la seconda stella, sinceramente, lo pensavo, ma così facilmente no. Facilmente, mi ripeto, per grandissimi meriti propri e per qualche défaillance di troppo degli avversari.

Tu sei entrato nella Hall of fame nerazzurra con Mazzola, Maicon… A quando la consegna del riconoscimento?

Ah! Questo proprio non lo so. Di solito, a marzo-aprile, avveniva la consegna di questo riconoscimento, davanti al pubblico di San Siro. Da qualche tempo, più niente. Io sono fiero di essere entrato in questo Olimpo. Sarebbe bello, però, che chi ha votato per me, potesse vedere premiato, in campo, con tutto il pubblico nerazzurro, allo stadio, il suo campione.

Milano protagonista nel calcio, dunque. Qual e’ il rapporto di Ivano Bordon con la città?

A dir la verità, io da qualche tempo vivo a Monza, anche se, ogni tanto frequento Milano. La città mi piace molto. Da quando sono arrivato, nel lontano '66, da Marghera, certamente questa città è cambiata molto. Adesso è indubbiamente una città europea. Ti dà tutto. Purtroppo, problema di molte città europee, mi sembra ora che ci sia poca sicurezza.

Poi, però, non si arrabbi il Sindaco Sala, non è all’altezza di alcune città europee, come Amsterdam e Copenaghen, dove le piste ciclabili sono un retaggio storico, condiviso e studiato. Qui, a Milano, le piste ciclabili sono molto approssimative e, mi permetto di dire, mettono in pericolo e difficoltà ciclisti, automobilisti e anche i pedoni.

Per Bordon, infine, il simbolo di Milano qual è? Il Duomo, i suoi tram, il Castello Sforzesco o che altro?

Prima di tutto metto il Duomo. Al secondo posto (e qui sono di parte), il biscione nerazzurro, perché l'Inter sta tornando a dare lustro sportivo alla città. Aggiungo, poi, lo stadio Meazza di San Siro. È un simbolo conosciuto in tutto il mondo. Altro che abbatterlo!

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