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I geologi italiani in missione in Inghilterra, l’Università Bicocca svela i segreti di Stonehenge

Anche Milano è in prima linea per svelare i segreti di Stonehenge, il sito archeologico inglese tra i più studiati al mondo. I ricercatori dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca sono volati in Inghilterra per analizzare la cosiddetta “Pietra dell’Altare”.
A cura di Fabio Pellaco
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Le analisi effettuate nel sito di Stonehenge (foto Facebook)
Le analisi effettuate nel sito di Stonehenge (foto Facebook)

Gli esperti di geologia dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca sono andati in Inghilterra per studiare i segreti di Stonehenge. Il progetto è stato condotto dal Centro di Studio Dipartimentale Provenance, il laboratorio di studi di provenienza, minerali pesanti e spettroscopia Raman dell'ateneo milanese. Il team di ricerca ha avanzato nuove ipotesi sulla provenienza di uno dei megaliti presenti nel sito: la "Pietra dell'Altare" potrebbe arrivare da centinaia di chilometri di distanza.

Da Milano all'Inghilterra per studiare Stonehenge

Le attività compiute dagli studiosi milanesi sono state raccontate a Bnews, la testata dell'università, dal direttore scientifico del centro, Sergio Andò. Stonehenge si trova nella contea del Wiltshire, nel Sud-Ovest dell'Inghilterra, ed è uno dei siti archeologici più studiati al mondo. Dagli studi più recenti si stima che il sito risalga al periodo intorno al 3000 a.C., verso la fine del Neolitico.

I ricercatori italiani si sono diretti in Inghilterra per studiare le "bluestones", le cosiddette "pietre blu" che non sono originarie del luogo dove sorge il sito archeologico. Tra queste c'è la "Pietra dell'Altare", un megalite orizzontale lungo quattro metri, largo uno e spesso 60 centimetri, con una differente composizione rispetto alle pietre vicine.

La "Pietra dell'Altare" non è come tutte le altre "bluestones"

Il team guidato da Andò ha confermato l'errore di classificazione e ha trovato delle risposte che potrebbero contribuire a svelare nuovi misteri su Stonehenge. Per l'attività di ricerca è stata utilizzata la tecnica della spettrografia di Raman, dal nome del fisico indiano che l'ha inventata, largamente utilizzata nello studio dei materiali. In Inghilterra si sono avvalsi di uno spettrometro portatile, il "Renishaw Virsa", una replica trasportabile degli apparecchi disponibili nel laboratorio di Milano.

Dopo un primo sopralluogo nel mese di luglio il team ha effettuato le misure dal tramonto dell'11 all'alba del 12 settembre, quando il sito è chiuso al pubblico. Analizzando in loco i campioni prelevati è stato possibile confermare la diversa composizione della Pietra e ipotizzarne la provenienza geologica e geografica.

Nell'articolo pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Archeologica Science: Reports gli studiosi hanno riportato il risultati della loro ricerca. È stata rilevata la presenza di barite, responsabile dell'alto contenuto di bario presente nella roccia. Inoltre, è stato escluso che la "Pietra dell'Altare" possa provenire dal bacino anglo-gallese, come era stato ipotizzato fino a oggi. Potrebbe provenire dall'Inghilterra settentrionale o addirittura dalla Scozia, ma per scoprirlo serviranno ulteriori comparazioni e nuove ricerche sui campioni provenienti da altre zone.

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