I fiori sul letto e gli spari con una pistola non registrata: la dinamica dell’omicidio-suicidio di Varese

Una Beretta semiautomatica calibro 22LR non censita e due stelle alpine. Sono questi gli oggetti con cui Giuseppe Rizzotti, 91 anni, sarebbe entrato nell’Ospedale di Angera (Varese) ieri mattina, lunedì 16 giugno. Prima di uccidere la moglie, Anna Adele Castoldi, 86 anni, con un colpo di pistola nella camera dove era ricoverata, il 91enne ha lasciato i due fiori sul letto della donna, poi ha rivolto la pistola contro sé stesso e si è ucciso.
L'omicidio-suicidio sarebbe avvenuto tra le 11:00 e le 12:00 di ieri, all'interno del reparto di medicina sub acuta dove la donna era ricoverata da qualche settimana per una grave patologia, ma dal quale sarebbe stata dimessa qualche giorno dopo per affrontare un percorso di riabilitazione a casa. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, dopo aver parcheggiato l'auto fuori dall'ospedale, con una pistola nascosta sotto i vestiti e due stella alpine in mano, Rizzotti sarebbe salito al secondo piano e avrebbe lasciato una lettera agli infermieri per ringraziarli delle premure nei confronti della moglie.
Una volta entrato nella camera della moglie, si sarebbe seduto accanto al letto e, dopo aver posato i fiori sul cuscino della moglie, avrebbe estratto la Beretta con la quale ha prima sparato alla donna e subito dopo a sé stesso. A scoprire i due corpi sono stati gli infermieri sopraggiunti dopo aver sentito gli spari. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Gallarate e del reparto operativo di Varese per effettuato i rilievi del caso.
Secondo le prime indiscrezioni, la pistola – che è stata sequestrata – sarebbe una Beretta semiautomatica calibro 22LR con matricola palese. Tuttavia, stante l’anno di costruzione ante 1950, l'arma non risulta essere censita in Banca dati. L’uomo, che in casa disponeva di una scatola contenente ulteriori 23 proiettili del medesimo calibro, non risultava comunque detentore di armi, né esserlo mai stato. Allo momento, dunque, non è chiaro come Rizzotti fosse in possesso dell’arma.
Ancora in corso, invece, le indagini per chiarire il movente del gesto. Stando a quanto appreso, infatti, i due coniugi, sposati da oltre 50 anni, erano entrambi originari di Milano, ma dopo la pensione si erano trasferiti a vivere a Cuasso al Monte, nel Varesotto, insieme ai due figli. Dai primi accertamenti non risulterebbero litigi o discussioni nei giorni prima del delitto: chi li ha conosciuti li avrebbe descritti come una coppia unita. In più, non risulta nessuna denuncia di violenza o maltrattamenti a carico dell'uomo e in casa non sarebbe stato rinvenuto alcun biglietto o altro elemento che possa chiarire il motivo del gesto.
Domani, mercoledì 18 giugno, alle ore 11.00, la Procura di Varese conferirà l’incarico per eseguire l'autopsia sui corpi dei due coniugi.