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Omicidio Sharon Verzeni

“Ho sentito le urla, poi è caduta a terra”: parla la testimone che ha visto morire Sharon Verzeni

Una residente di via Castegnate a Terno d’Isola ha visto Sharon Verzeni gridare e cadere a terra la notte tra il 29 e il 30 luglio: “Si è rigirata sul fianco ed è rimasta in quella posizione. Ho visto il sangue che usciva”.
A cura di Giorgia Venturini
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Moussa Sangare r Sharon Verzeni
Moussa Sangare r Sharon Verzeni
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"Ho sentito le sue grida d’aiuto. Ho visto la ragazza cadere a terra". Parla una residente di via Castegnate a Terno d'Isola, dove è stato uccisa la notte tra il 29 e il 30 luglio Sharon Verzeni da uno sconosciuto arrestato qualche giorno dopo l'omicidio. La residente ha parlato per la prima volta al Tg1 spiegando cosa ha visto quella notte: da poco era passata l'una di notte quando ha sentito delle grida di aiuto. "La seconda volta era un lamento più sofferente", ha spiegato la donna che subito si era affacciata alla finestra per capire cosa stessa accadendo.

Pochi attimi dopo ha visto Sharon Verzeni crollare a terra di schiena.  Poi "si è rigirata sul fianco ed è rimasta in quella posizione. Ho visto il sangue che usciva". La prima a chiamare i soccorsi è stata Sharon che al 112 aveva detto di essere stata accoltellata. A soccorrerla per prima sono stati poi due ragazzi che si sono fermati in macchina, infine la corsa disperata in ambulanza in ospedale dove è morta poco dopo. Da lì subito sono scattate le ricerche: per un mese investigatori e inquirenti non sono riusciti a risalire al killer perché le telecamere del paese non avevano ripreso l'omicidio. Infine la svolta.

Le indagini si sono poi concentrate su un uomo in bicicletta che è stato visto attorno all'ora dell'omicidio allontanarsi in fretta.  Moussa Sangare, 31 anni, è stato arrestato lo scorso venerdì e subito ha confessato l'omicidio. Ha detto a investigatori e inquirenti: "Ero tornato a casa a prendere i coltelli, sentivo una sensazione…dovevo eliminare qualcuno". Quella notte verso l'una ha trovato Sharon che era uscita di casa per fare una passeggiata. Poteva essere chiunque quella sera. "Prima di colpirla – ha spiegato il killer – l'ho afferrata per un braccio e le ho detto: Scusa per quello che sta per succedere". Infine le quattro coltellate e la corsa disperata in ospedale. Tra poche ore il 31enne sarà ascoltato di nuovo dagli inquirenti.

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