Ha un tumore e non può prenotare la visita per escludere metastasi: “Pagano il debito pubblico con la nostra vita”

Generoso Molinaro ha 75 anni e vive in Lombardia. A settembre del 2024 gli è stato diagnosticato un tumore maligno alla pelle. Dopo l’intervento fatto ad aprile di quest’anno, il medico gli ha prescritto di fare un controllo entro 30 giorni dall’emissione dell’impegnativa per valutare la presenza di metastasi, ma durante la prima chiamata al Centro Unico di Prenotazione gli viene data la prima disponibilità a marzo del 2026.
A cura di Beatrice Barra
679 CONDIVISIONI
Immagine

"Ho 75 anni, però nonostante queste malattie mi ritengo ancora in buona salute, in forma e ho ancora dei sogni da realizzare, ma lo Stato non mi aiuta": a dirlo è Generoso Molinaro, nato in Campania, ma residente da oltre quarant'anni a Colle Brianza, un paese in provincia di Lecco.

A settembre del 2024, durante una visita dermatologica, gli è stato diagnosticato un sospetto basalioma, un tumore della pelle. "Dopo circa otto mesi sono stato operato" e l'esito dell'esame istologico ha confermato la diagnosi: tumore maligno in "regione lombare", come cita il referto che è davanti a lui sul tavolo della sua cucina. Il chirurgo gli ha consigliato di fare un'ulteriore visita dermatologica per valutare la presenza di altri basaliomi, di metastasi del tumore asportato o della presenza di un melanoma. "Mi sono fatto fare l'impegnativa dal mio medico curante, sulla prescrizione è indicato un controllo entro 30 giorni dall'emissione della prescrizione", spiega Generoso a Fanpage.it.

Referto medico di Generoso Molinaro
Referto medico di Generoso Molinaro

Nonostante l'indicazione temporale presente sull'impegnativa, però, quando chiama la prima volta il CUP – centro unico di prenotazione del Servizio Sanitario Nazionale –, dando gli estremi della ricetta, la risposta che sarebbe arrivata dall'altra parte della cornetta lo lascia sgomento: "non avevano trovato nessuna disponibilità, niente di niente in tutta la Lombardia, tranne che a Brescia per il marzo del 2026, cioè praticamente tra un anno". 

Questo lo avrebbe costretto a prenotare una visita a pagamento – "costa 130-150 euro" – perché aspettare un anno sarebbe stato "impensabile", dice. "Va bene che la possibilità di metastasi in questo genere di tumore è scarsa, ma scarsa non vuol dire nulla", conclude con la voce rammaricata di chi prova paura e rabbia insieme.

Quello vissuto da Generoso non è un caso isolato, proprio per questo motivo a febbraio di quest'anno era stato emanato un decreto che avrebbe dovuto gestire le liste d'attesa e alleggerire le difficoltà dei pazienti, "ma non mi sembra proprio che sia così".

Generoso Molinaro, 75 anni
Generoso Molinaro, 75 anni

Lui stesso non si scontrerebbe per la prima volta con difficoltà di questo tipo. "Io ho il diabete e nonostante il Servizio Sanitario Nazionale ci fornisca dei servizi tipo l'insulina o esami del sangue periodici, quando vado a prenotare una visita in una clinica convenzionata mi dicono che non c'è nessuna disponibilità, non c'è proprio una lista d'attesa", ma quando proverebbe a richiedere una prestazione a pagamento la disponibilità verrebbe trovata nel giro di pochi giorni. Il risultato? "Chi ha la possibilità si cura e chi non ce l'ha non deve più gravare sul sistema, forse così risparmiamo e si risolve il debito pubblico – sorride – eliminando le persone anziane come me". 

Eppure, come ricorda anche Generoso, quello alla salute è uno dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e "in un sistema sanitario che rispetta i cittadini non ci dovrebbero essere queste situazioni". La sanità della regione in cui vive da oltre 40 anni, la Lombardia, viene elogiata a livello nazionale: "È vero che ci sono delle eccellenze, ma per quanto riguarda la sanità territoriale o la medicina di base non si è fatto niente, a differenza di quanto era stato detto dopo la pandemia da Covid-19". 

La chiamata al centro unico di prenotazioni

Nonostante abbia chiamato il CUP il giorno precedente all'incontro con Fanpage.it, Generoso decide di riprovare insieme a noi a prenotare la visita con il Servizio sanitario nazionale.

"Benvenuti al Servizio Prenotazioni Sanità della Regione Lombardia", risponde una voce metallica. Dopo una serie di click sulla tastiera per scegliere il tipo di servizio da richiedere, risponde un operatore. "Dovrei fare una prenotazione per una visita dermatologica", dice Generoso. "In che provincia?" gli viene chiesto, "Lecco". Dopo qualche minuto d'attesa, arriva la risposta: "No, purtroppo nessuna disponibilità". 

Immagine

Senza farsi scoraggiare da una risposta che aveva già ricevuto il giorno precedente, chiede di controllare la disponibilità anche nelle province limitrofe, sottolineando che la prescrizione prevede una visita da fare entro 30 giorni. Passano giusto pochi secondi prima che arrivi la risposta: "C'è una disponibilità il 2 luglio alle 9.30 a Desio, confermo?"  

Generoso è incredulo mentre conferma la visita. Nonostante debba fare 30 km per una visita medica e nonostante sia comunque un'attesa superiore a quella indicata sulla prescrizione, sono "solo" due mesi, "rispetto a un anno di attesa, va comunque bene". 

"Prima non c'è nulla, già siamo stati fortunati a trovare questa data", dice l'operatore. La cosa che colpisce di più è come in un sistema mal funzionante – com'è quello delle liste d'attesa del Servizio Sanitario Nazionale–, un diritto garantito solo a metà possa diventare una "fortuna".

679 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views