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Guasto alla rete ferroviaria, circolazione in tilt: “Chiusi in treno per sette ore, nessuno ci ha dato spiegazioni”

Nella giornata di ieri lunedì 1 dicembre un guasto elettrico nel nodo di Orte (Viterbo) ha mandato in tilt l’intera circolazione ferroviaria. La testimonianza di una passeggera a Fanpage.it.
A cura di Francesca Del Boca
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L’arrivo dei passeggeri in piena notte a Milano Centrale
L’arrivo dei passeggeri in piena notte a Milano Centrale

"Siamo stati sette ore chiusi dentro un treno senza fermate, letteralmente imprigionati senza che nessuno venisse mai a darci spiegazioni". È la testimonianza a Fanpage.it di una passeggera che per la giornata di ieri lunedì 1 dicembre ha prenotato il treno Italo 9996 che collega direttamente Roma con Milano, nessuna fermata intermedia. Partenza programmata ore 20.05 da Termini, con arrivo previsto in Centrale alle 23. 15. "Ma siamo arrivati in stazione alle 2.30 di notte, senza mezzi di trasporto né taxi per tornare a casa".

Solo una dei tanti viaggiatori e pendolari vittime dell‘ennesimo guasto alla linea elettrica che anche ieri ha mandato in tilt la circolazione ferroviaria dell'Italia intera, stavolta all'altezza del nodo di Orte (Viterbo) – ovvero nel bel mezzo dell'asse dell'alta velocità che collega il Nord e il Sud del Paese.

Pesantissimo il bilancio tra ritardi fino a 400 minuti, cancellazioni, disagi di ogni genere su Italo e Frecciarossa, intercity, regionali. E non si tratta certo di un'eccezione visto che casi del genere si verificano in media (al ribasso) almeno una/due volte al mese, il più delle volte per problemi dovuti a infrastrutture datate e insufficienti. L'ultimo? È accaduto solo nel pomeriggio del giorno prima, domenica 30 novembre, sulla linea dell'alta velocità Bologna-Milano per un non ben chiarito "inconveniente tecnico".

Ore 2.25 del 2 dicembre 2025
Ore 2.25 del 2 dicembre 2025

"Ieri sera, intorno alle 20, sono salita sul mio treno diretto a Milano Centrale. Il cartellone delle partenze a Termini era un caos, con ritardi di tutti i treni dall'ora in su". Il personale di bordo del convoglio Italo spiega alla passeggera che chiede informazioni, preoccupata visto che è incinta al settimo mese, che il problema si è verificato tempo prima, intorno alle 17, e che è ormai in via di risoluzione.

"Peccato che alle 23.30, dopo tre ore e mezza, eravamo ancora tra Roma e Firenze, dopo essere stati fermi due ore  nel nulla, poco fuori Roma", prosegue il suo racconto. "Il personale di bordo? Sparito. Nessuno, in quei momenti, è venuto a darci spiegazioni oppure offrirci da bere, qualcosa da mangiare: c'erano solo gli snack e l'acqua (ovviamente a pagamento) delle macchinette. E io verso mezzanotte, dopo ore immobile dentro un treno zeppo di persone, ho accusato disturbi come nausea e rigetto. Mi mancava l'aria, ero completamente digiuna". 

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Ma l'odissea, per i tanti passeggeri che si sono trovati in piena notte dentro la stazione di Milano Centrale, non è certo finita. "Ero da sola, senza un modo per tornare a casa. Ho rimediato faticosamente un passaggio da un familiare, ma ho avuto davvero paura ad aspettare a quell'ora nei pressi della stazione". A farle compagnia, per il primo quarto d'ora di (ulteriore) attesa in strada, c'erano anche i passeggeri del convoglio 9944, sempre in arrivo da Roma e diretto a Brescia. Ritardo accumulato? 270 minuti. Quasi come il treno 9996, che in totale ha viaggiato con 360 minuti di ritardo.

"Ora basta. Non è possibile che almeno una volta al mese, se va bene, la circolazione ferroviaria del Paese vada continuamente e completamente in tilt", si conclude la testimonianza. "Senza contare che non avremo diritto nemmeno a un vero e proprio rimborso dal momento che la compagnia del treno, per ritardi superiori a 120 minuti, garantisce solo la restituzione del 50 per cento del biglietto. Nemmeno l'intera corsa".

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