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Frate accusato di maltrattamenti e violenza sessuale: è stato assolto Padre Antonio Zanotti

Padre Antonio Zanotti, frate di 78 anni, è stato assolto dalle accuse di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di un giovane ospite della comunità Oasi 7 che si trova a Antegnate (Bergamo), perché il fatto non costituisce reato.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di ieri, mercoledì 21 maggio 2025, è stato assolto Padre Antonio Zanotti. Il frate di 78 anni è stato assolto dalle accuse di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di un giovane ospite della comunità Oasi 7 che si trova a Antegnate, comune che si trova in provincia di Bergamo, che lo ha denunciato nell'estate 2018.

La comunità è una delle tante che è stata fondata e gestita dal frate. Per il Collegio giudicante, il fatto non costituisce reato. Il 78enne ha ammesso di aver toccato il ragazzo nelle parti intime, ma ha spiegato di essere lui stesso vittima in quanto lo ha fatto perché costretto e contro la sua volontà.

Da quanto riportato dal giornale BergamoNews, i palpeggiamenti – avvenuti nell'alloggio del religioso tra il 2014 e il 2018 – sono stati ripresi. Per la pubblico ministero, Maria Esposito, sono la prova "che gli abusi sono effettivamente avvenuti". Ci sarebbero anche cd e la registrazione di una conversazione tra l'imputato e la guida spirituale in cui il 78enne ammetterebbe "di aver toccato il ragazzo". Dice di averlo fatto perché il giovane gli ha chiesto un "aiuto in quanto non riusciva ad avere un'erezione. Ma com'è possibile che un ragazzo si sia rivolto a un frate settantenne per ovviare alla sua impotenza?".

L'avvocata Ramona Giobbi, che difende il frate, ha invece specificato che la presunta vittima sia atipica: "Assume una postura dominante, filma e dirige le operazioni dicendo al frate cosa deve fare". La legale ha poi sottolineato che il ragazzo non sarebbe un soggetto spaventato "non è abusato, non si ribella, non scappa". Padre Zanotti invece sarebbe "sfuggente, non ha nessun tipo di contatto fisico con il ragazzo, se non quello con le dita, non manifesta libido, guarda altrove".

La magistrata, proprio sul giovane, ha detto che si tratta di un soggetto fragile: "Era un bambino colombiano di strada, adottato in Italia e abbandonato in una comunità all'età di dieci anni". Un ragazzo cresciuto senza famiglia, senza fissa dimora, disoccupato con dipendenza da alcol e droga: "Non aveva solamente un bisogno materiale da soddisfare ma anche emotivo e probabilmente ha visto nel frate una figura paterna".

L'avvocata della presunta vittima, Francesca Longhi, ha spiegato che adesso vive a Rogoredo, tra le principali piazze di spaccio di Milano. Una situazione che conferma la sua fragilità. 

Per la pm, i fatti contestati sarebbero pienamente provati da alcuni bonifici "ingiustificati, elargizione di somme di denaro, regali". Ci sarebbero poi le ammissioni del frate che "racconta di aver dormito nello stesso letto della persona offesa". Situazioni che avrebbero portato il ragazzo a lasciare la comunità per poi tornare spinto dalla necessità: "Perché avrebbe dovuto accusare il suo benefattore?", ha precisato la pubblico ministero.

La Procura ha quindi chiesto l'assoluzione dai maltrattamenti e sei anni di reclusione per violenza sessuale e abuso di autorità. La legale del rate ha chiesto l'assoluzione. Il tribunale ha ritenuto l'imputato non colpevole e lo ha quindi assolto perché "il fatto non costituisce reato". Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni.

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