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Covid 19

Focolaio Brescia, virologo Caruso: “Corzano può essere la Codogno della variante inglese”

“Il focolaio nel bresciano è sintomo di una attestazione della variante inglese, come avvenuto purtroppo a Codogno con quella di Wuhan. La variante inglese può avere inizio da Corzano”. Lo spiega intervistato da Fanpage.it è Arnaldo Caruso, direttore Laboratorio Microbiologia e Virologia Asst Spedali Civili di Brescia, che avverte: “Non so quanto potremo limitarne l’espansione, per questo è fondamentale vaccinare e proteggere le persone anziane e fragili”.
A cura di Simone Gorla
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"Le varianti che abbiamo oggi in circolazione sono nate spontaneamente dal ceppo originario perché né farmaci né vaccini lo hanno bloccato. Virus così ha circolato e si è evoluto, originando un migliore adattamento all'uomo. Ora in Italia abbiamo casi di variante sudafricana e brasiliana di importazione, mentre iniziano a esserci focolai autoctoni di variante inglese, che preoccupano perché possono avere un'incidenza massiccia". A spiegarlo intervistato da Fanpage.it è Arnaldo Caruso, direttore Laboratorio Microbiologia e Virologia Asst Spedali Civili di Brescia. "Il focolaio nel bresciano è sintomo di una attestazione di questa variante, come avvenuto purtroppo a Codogno. La variante inglese può avere inizio da Corzano". Intanto il governatore Attilio Fontana ha comunicato che il focolaio nella cittadina bresciana è stato isolato grazie allo screening di massa.

Si può ancora evitare che le nuove varianti dilaghino?

Non so quanto potremo limitare l'espansione di questa variante. Anthony Fauci (l'immunologo alla guida della lotta lotta al Covid negli Stati Uniti ndr) dice che la variante inglese quella che soppianterà tutte le altre, perché si diffonde molto. Se c'è un focolaio e ci sono casi sparsi, significa che dobbiamo aspettarci prenda il posto del virus originale di Wuhan. La preoccupazione seria è legata alla sua capacità di infettare, molto superiore. Per questo possiamo attenderci, se non prendiamo contromisure, molti più infetti, e quindi più malati e ricoveri. Purtroppo quello che è succede in Inghilterra.

Quali contromisure possiamo prendere?

Bloccare qualcosa di così espansivo è difficilissimo. Bisogna limitare i danni, ma è difficilissimo. Oggi lavoriamo per limitare il focolaio, ma ce ne saranno altri. È fondamentale correre con il vaccino per proteggere i pazienti anziani e fragili più in fretta della diffusione del virus con il vaccino. Bisogna correre.

È ipotizzabile una zona rossa locale a Corzano come quella di Codogno un anno fa?

Con la quantità di virtus che circola nel mondo, chiudere un paese per una variante non so quanto sia efficace e auspicabile. Ognuno deve proteggersi individualmente e dobbiamo proteggere i più deboli.

Le nuove varianti provocano sintomi più gravi?

Dai dati a nostra disposizione sappiamo che la variante inglese è più veloce nella diffusione, ma sembra dimostrare minore aggressività. La variante sudafricana pare anch'essa non molto aggressiva. Sulla variante brasiliana non sappiamo ancora molto, anche se i focolai a Manaus hanno provocato molte vittime.

Nel Bresciano la situazione è preoccupante?

A Brescia abbiamo un incremento dell'infettività, ma non un aumento dei casi gravi con impatto sull'ospedale. Non è nemmeno del tutto chiaro se l'aumento dei contagi sia legato alla variante inglese o alle riaperture. Comunque il numero degli infetti tenderà a salire.

Perché abbiamo così tante mutazioni in meno di un anno?

È un virus animale entrato nell'uomo da un anno e che ora cerca un adattamento ottimale. Le mutazioni non fanno altro che portare il virus a due condizioni essenziali: replicarsi più velocemente in assenza di sintomi importanti. Il suo obiettivo è replicarsi il più possibile risparmiando l'ospite.

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