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Finti poliziotti nell’azienda di Fedez dopo la puntata di Pulp su Hydra, l’autore: “Forse spionaggio, non mafia”

Dopo la puntata sul caso Hydra, due falsi poliziotti si sono presentati alla sede di Doom (società di produzione di Pulp Podcast di Fedez e Mr. Marra). Per Tommaso Ricciardelli, giornalista e autore di Pulp, potrebbe trattarsi di spionaggio.
A cura di Giulia Ghirardi
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Da sinistra a destra: Tommaso Ricciardelli, Mr. Marra e Fedez
Da sinistra a destra: Tommaso Ricciardelli, Mr. Marra e Fedez

Quando lunedì è uscita la puntata di Pulp Podcast sul caso Hydra, nessuno immaginava che due giorni dopo, il 5 novembre, due uomini si sarebbero presentati alla portineria della Doom S.r.l. (la società di produzione del podcast), in via Lamarmora a Milano, spacciandosi per poliziotti. "Hanno mostrato dei tesserini e hanno iniziato a fare domande", ha raccontato Tommaso Ricciardelli, giornalista e autore di Pulp, a Fanpage.it.

Domande sempre più mirate: prima generiche, poi sugli orari, sul luogo – che è riservato – in cui si registra Pulp, e persino sulla vita privata di Fedez. Il portiere, insospettito, ha rifiutato di rispondere e ha invitato i due "agenti" a rivolgersi all’amministrazione. A quel punto, però, i due sono spariti. Da allora, "mi hanno scritto diversi collaboratori di giustizia dicendomi che poteva trattarsi di qualcuno dei mafiosi che avevo nominato durante la puntata", ha continuato Ricciardelli. "Io penso piuttosto a un’agenzia investigativa. Non dimentichiamoci che Milano è la città di Equalize e che l'Italia è il Paese di Paragon: oggi non è più scontato essere attenzionati dai servizi segreti".

La vicenda

"La puntata era online da appena quarantotto ore", ha spiegato Tommaso Ricciardelli a Fanpage.it riferendosi all'episodio di Pulp Podcast che è andato in onda lo scorso 3 novembre, nel quale, insieme a Fedez e Mr. Marra, ha parlato del cosiddetto caso Hydra, citando nomi e fatti che hanno fatto parte del patto tra mafie in Lombardia. "Poi mi ha chiamato Fedez. Mi ha detto: ‘È successa una cosa'. Ho capito che era qualcosa di serio".

Dopo aver appreso dell'episodio, Ricciardelli ha quindi chiamato il Questore di Milano, Bruno Megale, che ha confermato l'estraneità della Questura ai fatti. "Mi ha confermato di non saperne nulla. Si tratta, dunque, di soggetti estranei. Il portiere li ha descritti in borghese, molto freddi, svegli, con dei tesserini di dubbia validità", ha continuato l'autore. Da quanto è accaduto, "mi hanno scritto diversi collaboratori di giustizia dicendomi che potrebbe trattarsi di qualche mafioso che ho nominato durante la puntata", ha riferito Ricciardelli. "Personalmente credo che potrebbe essere qualche agenzia investigativa".

L'esposto in Procura

Subito dopo i fatti, Annamaria Berrinzaghi – madre di Fedez e amministratrice dell'azienda – ha presentato un esposto in Procura attraverso l'avvocato Andrea Pietrolucci, per chiedere che "vengano acquisiti i filmati delle telecamere" con lo scopo di "identificare queste persone che sono state riprese a volto scoperto", ha aggiunto Ricciardelli.

Questo perché, come si legge dal documento che Fanpage.it ha potuto visionare, il timore è che tali persone – la cui identità, al momento, è ancora ignota – "possano nuovamente presentarsi presso lo stabile, cercando di carpire ulteriori informazioni o ponendo in essere ulteriori gesti imprevedibili".

Un'imprevedibilità che, però, non riguarda solo l’episodio in sé, ma anche un contesto più ampio in cui tensione e minacce tornano ad acquisire sempre più terreno. "Ho ricevuto molti messaggi intimidatori in passato", ha concluso Ricciardelli a Fanpage.it. "In generale, però, c'è un clima ignobile in Italia. Sembra di essere tornati agli anni di piombo quando le minacce ai giornalisti erano all'ordine del giorno, erano "normali", ma non dovrebbero esserlo più".

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