Femminicidio Luciana Ronchi, l’ex aveva altri coltelli nascosti in un box: si valuta la premeditazione

Sono stati trovati e sequestrati altri coltelli nascosti in un box di proprietà di Luigi Morcaldi, il 64enne accusato di aver ucciso con almeno 14 coltellate l'ex moglie Luciana Ronchi in via Giuseppina Grassini, a Milano. Il sequestro è avvenuto oggi, lunedì 27 ottobre, nel corso delle perquisizioni effettuate dalla polizia locale nel box che si trova poco distante dall'appartamento in cui viveva la 62enne.
La dinamica del femminicidio
Secondo i procuratori Leonardo Lesti e Giovanni Tarzi che indagano sul caso coordinati dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, Morcaldi si sarebbe appostato in strada per tendere un agguato all'ex moglie 62enne. Come si può osservare dalle immagini delle telecamere, alla vista di Ronchi in via Grassini il 64enne sarebbe prontamente sceso dal suo scooter Beverly per dirigersi verso la donna e quindi accoltellarla ripetutamente.

Dopo aver ricevuto la segnalazione ed essere giunti sul posto, i medici e i paramedici del 118 hanno trasportato Ronchi al trauma center dell'ospedale Niguarda in codice rosso con svariate lesioni. Dopo essere stata sottoposta a intervento chirurgico, però, i medici sono stati costretti a dichiarare il decesso della 62enne.
L'arresto di Morcaldi e le perquisizioni
Poco dopo l'aggressione, la polizia è riuscita a rintracciare l'uomo che si trovava al Parco Nord di Milano grazie al segnale del cellulare che l'uomo ha riacceso qualche ora dopo i fatti. Al momento Morcaldi si trova in carcere con l'accusa di omicidio aggravato dalla relazione affettiva terminata, imputazione riconosciuta dalla gip Lorenza Pasquinelli.
Nel frattempo, attraverso una serie di accertamenti gli inquirenti stanno verificando se si possa arrivare a contestare all'uomo anche l'aggravante della premeditazione. Per farlo, la Procura punterà sul racconto della portinaia per dimostrare che il femminicidio sarebbe stato pianificato. La donna, infatti, ha riferito di aver visto Morcaldi appostarsi davanti al civico numero 5 di via Grassini il giorno antecedente il delitto: "Era molto agitato e arrabbiato". In più, nella macchina del 64enne, tra l'altro, era stato trovata anche una lettera in cui se la prendeva con l'ex compagna e con il figlio, intitolata "La torta avvelenata".