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False fatture per evadere le tasse e giro di droga: 30 arresti e sequestri per 13 milioni di euro

Nelle prime ore del mattino, in diverse province del Nord Italia, i carabinieri del Comando Provinciale di Brescia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip di Brescia nei confronti di 30 persone: l’accusa è di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata a un giro di farse fatture e spaccio di droga. Tutto ora è stato svelato dall’operazione “Sweet water” dei carabinieri di Brescia.
A cura di Giorgia Venturini
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Una vera e propria associazione a delinquere nata per mettere a segno reati di natura fiscale e un giro di spaccio. è quello che ha rivelato l'operazione "Sweet water" dei carabinieri di Brescia, coordinati dalle Direzione Distrettuale Antimafia della provincia lombarda, che questa mattina hanno dato esecuzione di un'ordinanza di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti di 30 persone residenti nelle province di Brescia, Milano, Bergamo, Mantova, Lodi, Alessandria, Novare, Varese, Parma e Piacenza. L'accusa di reati tributari e di appropriazione indebita al fine di agevolare alcune società sull'evasione del reddito attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e conseguente trasferimento fraudolento di valori. Davanti al giudice dovranno anche rispondere di detenzione ai fini di spaccio di hashish e cocaina: la droga arrivava dalla Spagna e veniva venduta nelle più importanti piazze di Brescia.

Nel mirino società "cartiere" e prestanomi

Le indagini già avviate nel 2018 hanno svelato che a capo del giro di spaccio c'era un pregiudicato bresciano residente in Spagna. La mente dell'associazione, nonché il "tesoriere", in grado di organizzare un'evasione fiscale tramite conti correnti esteri di ingenti somme di denaro, era un altro pregiudicato che poteva contare sulla complicità e professionalità di un espero contabile tributarista gestendo così senza troppi problemi importanti somme di denaro. Nel dettaglio i carabinieri hanno spiegato che "il progetto criminale consisteva nella costituzione di temporanee società ‘cartiere' fittiziamente intestate a consapevoli e retribuiti ‘prestanome', mediante le quali venivano emesse plurime fatture per operazioni inesistenti, del valore anche di centinaia di migliaia di euro, in favore di società compiacenti realmente esistenti e regolarmente operative nel settore dell’edilizia, della lavorazione tessile o dei metalli".

Il trasferimento di denaro su conti correnti all'estero

Un modus operandi che andava avanti da tempo: queste società, alla ricezione della concordata falsa fattura, disponevano un'equivalente bonifico all’indirizzo del conto corrente della “cartiera” al duplice fine di attribuire una parvenza di liceità all’operazione commerciale in realtà solamente simulata e di ottenere così il trasferimento delle somme di denaro. Non appena ricevuto il pagamento sul conto delle “cartiere”, gli indagati inviavano denaro nei conti correnti esteri e intestati a società compiacenti. Attraverso la complicità di un cittadino cinese il denaro con prelievi di contante veniva restituito agli indagati che, a loro volta, lo riconsegnavano agli amministratori delle società realmente operative che avevano incassato la fattura fittizia e disposto il primo bonifico. Così facendo, ossia simulando spese in realtà mai sostenute, le società realmente operative coinvolte nell’attività illecita, oltre a disporre di ingenti somme di denaro contante di provenienza illecita, "ottenevano l’erosione della propria base imponibile ai fini delle imposte sul reddito, funzionale ad una consistente evasione fiscale".

Sotto sequestro 51 beni mobili e immobili

Così questa mattina i militari hanno eseguito 15 misure cautelari in carcere, 3 agli arresti domiciliari, 11 ordinanze di interdizione dalla professione dell’attività di imprenditore commerciale e amministratore di imprese commerciali per un anno, 51 sequestri di beni mobili ed immobili, finalizzati alla confisca sia diretta che per equivalente, per una somma complessiva pari a circa 13 milioni di euro quale provento delle attività illecite. E ancora: 4 imprese commerciali, una villetta a Chiari, 4 appartamenti tra Brescia, Milano e Bergamo, 7 autorimesse, un magazzino commerciale, 6 quote proporzionali di abitazioni, 5 quote proporzionali di autorimesse, 2 terreni nel Bresciano, 250 conti correnti in Italia e molto denaro contante.

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