Ex prof uccisa a coltellate in Valtellina, il marito confessa l’omicidio: oggi l’interrogatorio

Si terrà oggi, lunedì 4 agosto, l'interrogatorio per la convalida del fermo di Mohamed Redami, 65enne originario del Marocco, che dopo il fermo dai carabinieri di Lecco ha confessato di aver ucciso a coltellate la moglie Emilia Nobili, ex professoressa di lettere in pensione di 75 anni, nella sua casa di Poggiridenti, in Valtellina (Sondrio), la sera di giovedì 31 luglio. Redami era già stato denunciato per maltrattamenti: l’ultima denuncia un mese fa.
Secondo quanto appreso, dopo essere stato fermato per un controllo di routine ed essere stato trovato in stato di evidente ubriachezza, Redami avrebbe riferito di aver accoltellato e ucciso la moglie e di essersi poi allontanato in direzione della città di Lecco. Una volta giunti all'abitazione di Poggiridenti, i carabinieri hanno trovato il corpo della donna e, non lontano dall'abitazione dove si è consumato il femminicidio, è stata rinvenuta anche l'arma e i vestiti utilizzati per il delitto di cui l'uomo aveva tentato di disfarsi. Il 65enne è stato quindi interrogato dal pm prima di essere trasferito in carcere con l'accusa di omicidio volontario. Ancora da accertare il movente alla base del gesto sul quale stanno ora indagando i carabinieri: non si esclude che la donna abbia detto a Redami di lasciare l'abitazione, scatenando la violenta reazione del marito. Al di là dell'interrogatorio di convalida del fermo, in giornata dovrebbe essere fissata anche la data per l'autopsia sul corpo di Emilia Nobili.
Mohamet Redami già condannato per maltrattamenti
Come è emerso dalla indagini, il 65enne era già stato arrestato in passato per maltrattamenti in famiglia. In particolare, lo scorso 16 ottobre l'uomo era stato denunciato per maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie e due giorni dopo, il 18 ottobre, gli era stata notificata la misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla persona offesa. Lo stesso giorno, però, era stato arrestato perché aveva violato il provvedimento ed era quindi stato condotto in carcere. La condanna era arrivata ad aprile di quest'anno: 1 anno e sei mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena e contestuale liberazione.
Infine, l'ultima denuncia, neanche un mese fa. Nonostante questo, Redami era tornato a vivere insieme a Nobili suscitando le preoccupazioni dei familiari della donna, soprattutto del figlio che aveva quindi deciso di trasferirsi in un altro appartamento nella stessa palazzina.