Estate a Milano, anche le piscine diventano un lusso: code chilometriche e prezzi in aumento

La colonnina di mercurio, già in questa prima metà di estate, a Milano ha più volte raggiunto e superato i 35 gradi. E come ogni anno la città si sta lentamente svuotando, ma sono sempre di più le famiglie che un soggiorno estivo al mare o in montagna non se lo possono permettere. Cosa fare dunque per sopravvivere al caldo metropolitano? Verrebbe spontaneo dire: un tuffo in piscina.
Piscina Romano presa d'assalto
E così eccoci alla ricerca di lidi estivi abbordabili a tutti. La prima tappa del nostro viaggio è alla piscina Romano, in zona Città Studi. Si tratta di una delle tre piscine comunali all'aperto attualmente operative in città. Ed effettivamente, che sia una tra i pochi centri balneari a disposizione del milione e 700mila residenti a Milano, lo si intuisce già dalla coda alla biglietteria.

Domenica mattina: manca mezz'ora all'apertura dei tornelli eppure le persone in fila non si contano nemmeno. Scoraggiati, chiediamo a una signora quali sono i tempi d'attesa: "Dipende da che ora si arriva. L’altra volta sono venuta nel pomeriggio ed è stato ancora peggio: per entrare ho atteso sotto il sole circa 40 minuti, c'era una fila lunghissima".
Un signore, poco più avanti, sembra particolarmente provato. "Questo sforzo perché?", gli chiediamo. "Lo faccio perché fa troppo caldo e non posso stare a casa, poi c'è mia figlia adolescente che vuole stare in piscina tutto il giorno, così la porto".
Bambini e adolescenti: "Quali possibilità ci sono a Milano d'estate per le famiglie che non possono permettersi di andare in vacanza?", chiediamo a una mamma. "Solo le piscine -risponde lei -, ma quelle pubbliche sono poche e anche qui le tariffe sono aumentate".
Come si legge sul sito di Milanosport, società del Comune a cui è data in gestione la quasi totalità degli impianti sportivi pubblici cittadini, la tariffa dal lunedì al venerdì è di 9 euro (intero) e 5,50 euro (ridotto). Il biglietto nei giorni festivi e nei weekend è invece di 10 euro (intero) e 7 euro (ridotto). "L'aggiornamento delle tariffe – in vigore dal 1 giugno 2025, si legge ancora sul sito di Milanosport – è stato definito dal Comune di Milano con l’obiettivo di garantire la sostenibilità del servizio, accompagnare gli investimenti previsti per assicurare un’offerta sempre più efficiente, inclusiva e accessibile".
La coda avanza lentamente e intanto ci malediciamo per non aver prenotato on line, ma anche chi l'ha fatto non sembra essere particolarmente contento. "Ci ho messo mezz'ora solo per riuscire a fare la prenotazione on line", dice una ragazza. "Prenotare online è veramente un disastro, un disastro – le fa eco un signore – per la farraginosità della procedura, la lentezza e il fatto che salti, un po’ tutto diciamo".

Ma perché vanno tutti alla Romano? Forse perché tra le piscine comunali è l'unica a essere un vero e proprio lido estivo. Le altre due comunali aperte, Sant’Abbondio e Cardellino, sono infatti per lo più impianti sportivi, quindi con una zona balneare sacrificata. Simili alla Romano c'erano un tempo il Lido, in zona San Siro, l'Argelati, sui Navigli, e la Scarioni, a Niguarda: oggi chiuse tutte e tre in attesa di ristrutturazione a data da definirsi.
Le piscine private e l'Idroscalo
Decidiamo allora di provare con una piscina privata, sempre restando in città, ma al nostro arrivo campeggia all'ingresso il cartello sold out. Entriamo lo stesso per chiedere quanto costi l'ingresso nel weekend. "18 euro per gli adulti, 12,5 per bambini dai 5 ai 12 anni – ci rispondono alla reception -. Sotto i 5 anni non si paga, sopra i 12 la tariffa è intera".
Quindi se una famiglia con due adulti e due bambini tra i 5 e i 12 anni vuole trascorrere il sabato o la domenica in piscina, spende oltre 60 euro, esclusi pasti e servizio lettini. E gli altri centri privati in città non offrono prezzi molto diversi. L'unica soluzione sembra quella di spostarsi fuori città.

Eccoci quindi in viaggio verso l'Idroscalo, anche detto “mare dei milanesi”. Si trova tra Segrate e Peschiera Borromeo e lo raggiungiamo in macchina, perché con i mezzi impiegheremo più di un’ora. Ma già all'ingresso del parcheggio, a pagamento, ci rendiamo conto che la nostra non è stata un'idea poi così originale. Anche qui è pienissimo. Almeno però l'ingresso è gratuito, ma solo per il parco e la spiaggia libera, mentre la piscina e le zone strutturate con i lettini sono ovviamente a pagamento.
"Qual è la tariffa?", chiediamo a due ragazze. "Noi abbiamo pagato 20 euro a persona, ingresso più lettino, mentre se vai nella parte del bagnasciuga, quella senza le sdraio, non paghi". "Una delle uniche possibilità gratuite", ci viene spontaneo aggiungere. "Sì, a Milano sì – ammettono le due ragazze -, poi puoi spostarti fuori, verso i laghi e i fiumi, però…". Però non è una soluzione alla portata di tutti.
"Come è questa spiaggia libera?", domandiamo a un signore che sta uscendo. "Abbastanza confusionale – ci risponde lui -, c'è molta gente e l'acqua non è pulita". Non ci facciamo scoraggiare dalla cattiva recensione e ci incamminiamo verso l'agognato specchio d'acqua, che però non è effettivamente il mare che ci eravamo aspettati.
Rita e la piscina dimenticata
Sembra davvero che manchino alternative abbordabili a tutti per affrontare l'estate milanese. Ma forse un tempo non era così. Ce lo racconta Rita Liscio, storica residente del quartiere Niguarda, che quiha visto nascere e poi chiudere la piscina comunale Scarioni.

"Torno indietro con la memoria – dice a Fanpage.it – e provo tanta tenerezza per tutti quei ragazzini e ragazzine che ogni fine settimana affollavano questa piscina. È stata aperta tra la fine degli anni 50 e l'inizio dei 60 ed era proprio il nostro mare. L’ho vista nascere, crescere, avere il suo momento di gloria".
"Il sabato e la domenica – continua Rita – c'era il numero chiuso, prendevi il biglietto e potevi stare dentro solo dalle 2 alle 3 ore, poi c'era il turnover". Alla nostra domanda sulle tariffe di quei tempi Rita si lascia andare a una risata: "200 lire".
Non manca poi l'aneddotica: "Qui c'hanno girato anche un film e veniva pure Teo Teocoli quando era ragazzino. Era bellissimo, si metteva in quel punto – dice indicando un muretto ora coperto dai pannelli pubblicitari – e suonava la chitarra, facevamo molto John Lennon".
La piscina Scarioni ha vissuto la sua ultima stagione estiva nel 2018. Da allora è chiusa e in apparente stato di abbandono, così come altri quattro impianti comunali. Una società privata ha presentato un progetto di ristrutturazione e ne prometterebbe l'apertura entro il 2028, ma ancora sul destino della Scarioni non ci sono certezze.
Diecimila firme per una Milano balneabile
Nel frattempo i cittadini chiedono più piscine a prezzi abbordabili e più zone balneari in città. L'associazione di promozione sociale Sai che puoi? ha per questo lanciato una raccolta firme, che ha raggiunto oltre 10mila adesioni.
Secondo i promotori dell'iniziativa, che a inizio estate hanno organizzato un flashmob davanti all'ex piscina Argelati, "I costi necessari al mantenimento di queste strutture pubbliche superano i ricavi, ma il delta tra costi e ricavi è quello che noi chiamiamo investimento pubblico, investimento per il benessere dei cittadini, che con i loro contributi sostengono Milanosport e quindi la gestione di questi luoghi".

Al termine di questo viaggio ancora stiamo cercando una soluzione al caldo per i milanesi rimasti in città. E forse, è proprio il caso di dirlo, non ci resta che aspettare settembre.