Eseguita l’autopsia su Davide Gorla, ucciso nella sua cartoleria di Busto Arsizio: fatale una coltellata al collo

É stata una coltellata al collo a uccidere Davide Gorla, il commerciante assassinato nella sua cartoleria "Linea Continua" nel centro di Busto Arsizio nel pomeriggio del 25 giugno. Lo ha stabilito l'autopsia effettuata ieri sul corpo della vittima, dopo che è stato aperto un fascicolo d'indagine per omicidio volontario.
L'unico arrestato, per il momento, è Emanuele Mirti, 50enne di Castellanza (Varese) affittuario di Gorla. Resta da chiarire quale possa essere stata l'arma del delitto, che non è ancora stata trovata: si sospetta un coltello, un taglierino o un tagliacarte.
L'ipotesi degli inquirenti è che il movente dell'omicidio sia di natura economica: Mirti avrebbe avuto con Gorla un debito di circa 10mila euro di affitti arretrati. Sul campanello nella palazzina di cinque piani di viale Lombardia a Castellanza, ci sono tutti e due i nomi ma, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, nell'appartamento viveva soltanto Mirti, mentre Gorla viveva a pochi chilometri di distanza con il fratello a Rescaldina.
A carico di Mirti, operaio incensurato, ci sono i racconti di alcuni testimoni e i video delle telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso nei pressi della cartoleria in un orario compatibile con il delitto. Nei video si vedrebbe anche il 50enne cambiarsi la maglietta, probabilmente perché insanguinata.
In un primo momento il 50enne ha detto di essere andato nella cartoleria il giorno dell'omicidio e di aver discusso con Gorla ma ha dichiarato di non avere nulla a che fare con il delitto. Successivamente, interrogato dal Procuratore Claudio Nocerino e dal Gip Stefano Colombo, Mirti si è avvalso della facoltà di non rispondere.