È morto Aimo Moroni, chi era lo chef pioniere della cucina italiana da 2 stelle Michelin

Si è spento a Milano, nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, Aimo Moroni. Conosciuto come Aimo, è stato un pioniere della grande cucina italiana e il padre della cultura gastronomica dell'ultimo secolo. Moroni aveva 91 anni.
La storia di Aimo Moroni
Arrivato da San Miniato negli anni Cinquanta, il suo "Il Luogo Aimo e Nadia", in via Montecuccoli, nella periferia ovest, è stato per anni il migliore ristorante della città, oltre che lo stellato di riferimento nella cucina gourmet contemporanea. Con l'iconico "spaghettone al cipollotto" e gli innumerevoli piatti, frutto di un'accurata ricerca di ingredienti di qualità, la coppia aveva conquistato i palati milanesi e non.
Si conobbero da bambini, e da lì non si sono mai lasciati. "Aimo e Nadia", come li conoscevano tutti, aprirono insieme nel 1962: lui si alzava all'alba per andare al mercato e restava in cucina, lei serviva con il sorriso e gentilezza i clienti. All'inizio non era altro che un bar-trattoria, ma il successo arrivò immediatamente. Con il tempo è nato il mito dei due piatti simbolo di Moroni, ancora oggi nel menù del ristorante: gli spaghetti al cipollotto e peperoncino e la zuppa etrusca.
I riconoscimenti
Nel 1980 la prima stella Michelin ha inaugurato un decennio importante, quello dei cambiamenti in linea con la cucina dell'epoca e dei numerosi riconoscimenti per la loro visione dell'arte culinaria: il lusinghiero 17/20 nell’edizione 1982 della guida francese di Gault e Millau (i cronisti che pochi anni prima favorirono la nascita della Nouvelle Cuisine), l'interesse della stampa giapponese e il diploma di “Cucina Eccellente”, conferito dall’Accademia della Cucina Italiana.
Negli anni Novanta invece, l'arrivo della seconda stella Michelin (recentemente tornata a una), l'ingresso della figlia Stefania nell'attività di famiglia e la crescita di riconoscimenti importanti anche all'estero.
Ciliegina sulla torta per la carriera di Moroni, l'ottenimento dell'Ambrogino d'oro dal Comune di Milano nel 2005, l'anno in cui scelse i suoi eredi professionali: Alessandro Negrini e Fabio Pisani che con la figlia Stefania portano avanti la tradizione del ristorante.
"VOCE Aimo e Nadia", l'ultimo progetto del 2018, guidato dagli chef eredi, ha visto l'apertura di uno spazio fluido che integra caffetteria, gelateria, dispensa e ristorante gourmet presso le Gallerie d'Italia a Piazza della Scala. Un nuovo punto di riferimento della cultura gastronomica meneghina.
Con la sua morte, l'Italia ha perso un pioniere della cucina italiana, un professionista che ha dato valore alle materie prime del paese e che rappresenta una grande ispirazione per le generazioni future. Un signore che ha sempre detto che "La grande cucina non è né ricca né povera. È semplicemente buona".