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Douglas chiude 128 punti vendita in tutta Italia di cui 20 in Lombardia

La catena di profumerie Douglas chiuderà un totale di 128 negozi in tutta Italia. Di questi, venti sono in Lombardia: nove nel Milanese, cinque nel Bresciano, due nel Mantovano, due a Varese, uno a Bergamo, uno a Lecco e uno nella provincia di Monza e Brianza. I sindacati però hanno promesso battaglia per la tutela dei lavoratori alle prese con la grave crisi economica.
A cura di Filippo M. Capra
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Sono un totale di 128 i punti vendita che Douglas, azienda proprietaria di una catena di profumerie, chiuderà in Italia, lasciando a casa un totale di 457 lavoratori. Come riportato dal Giorno, la lista dei negozi che abbasseranno definitivamente le saracinesche è stata consegnata nella giornata di ieri, giovedì 25 marzo, ai sindacati. Molti affitti dei locali usati dai punti vendita sarebbero già stati disdettati. La scelta è stata già aspramente criticata da Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil, specialmente in virtù del Dl Sostegni che blocca i licenziamenti fino al prossimo 31 ottobre.

Venti negozi di Douglas chiudono in Lombardia: ecco quali

Di questi 128 punti vendita, venti sono presenti in Lombardia, e sono così suddivisi: nove tra Milano e la provincia, cinque nel Bresciano, due nel Mantovano, due a Varese, uno a Bergamo, uno a Lecco e uno nella provincia di Monza e Brianza. Per via della grave situazione economica in cui versa ancora il Paese a causa dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus, i sindacati hanno sollecitato un tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo economico. Inoltre, il 9 aprile prossimo andrà in scena un confronto direttamente con Douglas: entro quella data l'azienda dovrebbe presentare il piano commerciale per spiegare come salvaguarderà i lavoratori a livello occupazionale. Come dichiarato da Aurora Blanca, segretaria nazionale della Fisascat, "chiudere i negozi è una scelta inaccettabile. Si tratta di un'azienda che impiega prevalentemente donne e, qualora non si dovessero trovare delle soluzioni, questo segnerebbe ancor di più il gap di genere esistente nel nostro Paese". Secondo la Blanca, "urge anche il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali territoriali e una attenzione da parte della clientela che esortiamo in modo solidaristico a continuare ad acquistare i prodotti di bellezza direttamente nei punti vendita. Ogni loro contributo potrà favorire la salvaguardia dei posti di lavoro".

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