Docenti a “dieta forzata” per ordine del Comune, per loro niente secondo, pane e contorno: “È una vergogna”

Il pasto ridotto a un solo piatto (pasta o riso) e una porzione di frutta. Sarebbe questa la decisione presa dall’amministrazione di San Giuliano, comune alle porte di Milano, per i propri docenti con l'obiettivo di abbattere i costi legati alle mense scolastiche. Così, gli insegnanti sono scesi in strada per protestare contro un provvedimento che hanno definito una "dieta forzata", "svilente" e "vergognosa".
La "dieta forzata" degli insegnanti di San Giuliano
Con l'obiettivo di risparmiare sul costo della refezione, il Comune di San Giuliano ha deciso di tagliare il pasto degli insegnanti che pranzano in mensa insieme ai loro alunni, riducendolo a un solo primo piatto e una porzione di frutta.
"Così mi sento svilita nel mio ruolo di docente", ha riferito un'insegnante a Il Giorno. "C’è anche la vergogna nei confronti degli alunni". "È inaccettabile", ha rincarato un'altra. "Il Comune avrebbe dovuto convocare i dirigenti scolastici e Rsu, per discutere del problema e trovare una soluzione condivisa". Così, invece, il risultato è una "dieta forzata" per gli insegnanti costretti a rinunciare al pane, al secondo e al contorno, riservati ora ai soli studenti.
"Ridurre il pasto agli insegnanti è una scelta che ci riporta indietro di 50 anni", ha aggiunto un professore delle scuole medie. "Quello a un pranzo completo è un diritto che intendiamo difendere". E così ieri, venerdì 31 ottobre, i docenti sono scesi in strada per protestare contro il provvedimento. Al loro fianco, i sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola Rua, Snals Confsal, Gilda Unams e Anief.
Nel frattempo, una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal sindaco, Marco Segala, che si è detto disponibile a valutare "la fattibilità di una sospensione del provvedimento" attraverso un confronto che tenga conto della necessità di reperire risorse economiche e quella di garantire un pasto completo.