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Direttore terapia intensiva ospedale Sacco: “Ricoveri aumentano, situazione può diventare esplosiva”

L’aumento “esponenziale” dei ricoveri negli ultimi giorni preoccupa molto. Lo ha detto il direttore della terapia intensiva dell’ospedale Sacco di Milano, Emanuele Catena, che avverte: “Potremmo trovarci dalle attuali poche decine di pazienti ricoverati alle centinaia. Questa situazione potrebbe potenzialmente diventare molto esplosiva e allarmante”.
A cura di Simone Gorla
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"Ci sono elementi di forte preoccupazione non tanto legati al numero dei ricoveri in terapia intensiva, ieri non Lombardia avevamo 63 ricoveri nelle nostre rianimazioni, ma a preoccuparci è l'andamento dei ricoveri". È l'allarme lanciato da Emanuele Catena, direttore della terapia intensiva dell'ospedale Sacco di Milano, parlando ai microfoni di Sky del peggioramento del quadro dell'emergenza Coronavirus negli ultimi giorni.

Direttore rianimazione ospedale Sacco: aumento esponenziale delle richieste di ricovero

"Da qualche giorno assistiamo a un aumento esponenziale delle richieste, tre giorni fa avevamo quattro ricoveri in più, poi ne abbiamo avuti otto e ieri ne abbiamo avuti undici. In queste ore la pressione è molto forte", ha spiegato Catena. "Se immaginiamo di proiettare questo trend nei prossimi giorni e nelle prossime settimane potremo trovarci dalle attuali poche decine di pazienti ricoverati alle centinaia. Questa situazione potrebbe potenzialmente diventare molto esplosiva e allarmante. Possiamo interrompere l'andamento esponenziale della curva se tutti quanti siamo molto scrupolosi nell'osservare le regole che ci sono state date". "I ricoveri che abbiamo avuto in terapia intensiva in questi giorni – ha aggiunto il direttore della rianimazione del Sacco – si caratterizzano per una riduzione della fascia di età, abbiamo ricoverato pazienti che vanno dai cinquanta ai sessanta anni. Sono pazienti meno gravi rispetto alla prima ondata. Le manifestazioni cliniche sono identiche ma ad oggi la mortalità è molto più contenuta".

Milano a rischio, ospedali sotto pressione

Catena ha poi aggiunto che a suo parere "Milano rischia" a differenza di quanto avvenuto con la prima ondata "come altre zone ad esempio Monza o Varese". "Ci rendiamo conto – ha spiegato – che le zone da cui vengono i pazienti sono zone della città, è importante monitorare anche il numero dei ricoveri nei reparti di degenza di malattia infettiva e nei reparti di terapia sub intensiva". È di oltre trenta pazienti in rianimazione a Milano, e oltre sessanta in tutta la Lombardia, più di metà dei quali sono intubati, il bilancio della situazione delle terapie intensive dopo il forte aumento dei casi dell'ultima settimana. Regione Lombardia ha assicurato che rimane un ampio margine sui posti letto ancora disponibili e attivabili, ma l'attenzione è massima soprattutto per il capoluogo, dove sono attivi i reparti intensivi Covid anche Niguarda, Policlinico e San Carlo.

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