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Da Geronimo La Russa a Urbano Cairo: la destra pensa già al candidato sindaco a Milano dopo Sala

Già circolano i primi nomi dei possibili candidati alle comunali di Milano del 2026. Questa volta la destra sembra decisa a non farsi trovare impreparata, come alle precedenti elezioni. E intanto il centrosinistra che fa?
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Sembra che la coalizione di destra, formata da Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, stia già pensando al candidato sindaco per Milano, quando finirà il secondo mandato di Beppe Sala. In realtà mancano ancora due anni alle elezioni amministrative, ma evidentemente Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani non vogliono ritrovarsi nella stessa situazione in cui si sono trovati alle precedenti consultazioni, quando furono costretti a tirar fuori dal cilindro il nome dello sconosciuto Luca Bernardo, che infatti perse con evidente distacco. Ma probabilmente non vogliono ritrovarsi neanche nella situazione di scontro sul nome del candidato, che più di recente li ha portati a perdere alle regionali in Sardegna. Anche perché, allo stato attuale dei fatti, i cittadini milanesi non sembrano più così convinti dell'amministrazione di Beppe Sala e un candidato di centrosinistra in continuità con lui potrebbe portare molti a voler cambiare schieramento politico.

Così, già da qualche settimana, iniziano a circolare nomi di possibili candidati per la destra a Milano. Il primo emerso è quello di Urbano Cairo, editore soprattutto del Corriere della sera e di La7. Lui, ospite alla trasmissione Un giorno da pecora di Radio1, ha risposto semplicemente: "Milano è la mia città, la adoro. Perché no?". Insomma, non una conferma ma sicuramente un'importante apertura a questa possibilità, che peraltro è subito stata vista di buon occhio da molti opinion leader milanesi: da Roberto Formigoni a Gabriele Albertini, che ne sarebbe addirittura "entusiasta". Ma piacerebbe anche a qualche esponente, almeno teoricamente, dell'altro schieramento. Carlo Calenda si è detto convinto che sarebbe un buon sindaco per Milano.

In tal caso, però, non sarebbe proprio una diretta emanazione di Fratelli d'Italia (Cairo sarebbe un indipendente appoggiato dai tre partiti), che potrebbe voler continuare a fare la parte del condottiero nella coalizione e soprattutto a spartirsi internamente quante più poltrone è possibile. È per questo che il secondo nome che si vocifera è quello di Geronimo La Russa, il figlio del presidente del Senato Ignazio (no, non quello indagato dalla Procura per violenza sessuale). Presidente dell'Aci di Milano da molto tempo e da poco anche nel Consiglio di Amministrazione del Teatro Piccolo. Una scelta, quest'ultima, che ha scatenato non poche polemiche, soprattutto perché l'avvocato La Russa junior non sembra avere competenze nell'ambito della gestione teatrale, ma che ora Pierfrancesco Majorino ricollega proprio all'ipotesi di una sua futura candidatura.

Cairo, per le sue posizioni, per la sua carriera e per la storica amicizia con Silvio Berlusconi e per far parte dello stesso giro di Letizia Moratti, sempre più potente in Forza Italia, sarebbe quindi un candidato vicino al partito di Tajani, per quanto indipendente. La Russa, ovviamente, sarebbe diretta espressione di Fratelli d'Italia. E la Lega? Il Carroccio in questo momento è troppo preso dai problemi interni, a maggior ragione dopo gli esiti delle elezioni in Sardegna dove è stato superato anche da Forza Italia, per occuparsi di qualcosa che avverrà fra due anni. Anche se qualcuno non esclude che, proprio dai dissidi interni al partito, possa spuntare il nome del candidato a Palazzo Marino. Matteo Salvini, infatti, sembra sempre più stretto da Luca Zaia dal Veneto, da Massimiliano Fedriga dal Friuli e da Giancarlo Giorgetti da Roma nel ruolo di leader del partito. E chissà che la candidatura nella "sua" Milano non possa essere una buona via d'uscita per lui. Ma chissà, soprattutto, se piacerebbe agli alleati di coalizione.

E in tutto questo il centrosinistra che fa? Aspetta, come ha aspettato per le ultime regionali in Lombardia, arrivando a esprimere un candidato all'ultimo minuto, prima di perdere. E non si esclude che alla fine il nome sia nuovamente quello di Majorino, che attualmente ha lasciato il posto da parlamentare europeo per quello da consigliere regionale ma potrebbe aver già chiesto la poltrona del primo cittadino. A maggior ragione ora che fa parte anche delle segreteria nazionale del partito di Elly Schlein.

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