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È morto oggi a Milano l’architetto Italo Rota

Italo Rota si è spento dopo una lunga malattia. Il ricordo del sindaco Sala: “La scomparsa di Italo Rota ci priva di uno dei massimi architetti mondiali, uno degli spiriti più liberi e geniali di Milano. Quando nessuno credeva in Expo, mi è stato vicino con le sue idee ed energia”.
A cura di Valerio Renzi
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È morto oggi a Milano l'architetto Italo Rota. Si è spento all'età di settant'anni dopo una lunga malattia. Rota era uno dei più importanti e noti architetti italiani contemporanei. Tra le sue opere più note il Museo del Novecento a Milano. "Dopo la formazione e le prime esperienze milanesi, ovunque andasse – dalla Francia alla Spagna, da Dubai all'India fino alla Cina – portava con sé ed esprimeva la sua visione del mondo, contaminata dall'arte e dalla tecnologia, dall'utopia e dalla concretezza, dal rispetto per l'ambiente e dalla convinzione che fosse necessario coinvolgere la comunità nel processo progettuale. Una figura completa, quella di Rota, oltre che matura e responsabile", queste le parole con cui l'ha ricordato la rivista Abitare.

"Con la scomparsa di Italo Rota perdiamo un maestro dell'architettura e del design italiano. – così il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – Dalle scenografie teatrali alle realizzazioni di musei e spazi pubblici come il Museo del Novecento, Rota ha saputo coniugare bellezza e funzionalità, dando vita a opere innovative e di grande impatto emotivo, con una attenzione particolare alla valorizzazione del patrimonio culturale e alla creazione di spazi di incontro e di dialogo". Per il sindaco di Milano Giuseppe Sala con la scomparsa di Rota Milano "perde uno degli spiriti più liberi e geniali ". "Quando nessuno credeva in Expo, mi è stato vicino con le sue idee ed energia. La sua opera continuerà ad accrescere il fascino di Milano nel mondo", ha concluso.

Il ricordo di Stefano Boeri: "Con Italo Rota perdiamo oggi un protagonista assoluto dell'architettura e della cultura italiana. Ci mancheranno le sue idee potenti e appena sussurrate, le sue visioni controcorrente, le sue composizioni ricchissime e sempre intelligenti. Un pezzo della nostra storia, della storia della nostra generazione, della storia di Triennale e della creatività italiana nel mondo se ne va".

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