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Covid, l’ospedale in Fiera a Milano è quasi vuoto ma non chiude: resterà in caso di emergenza

Sta per essere dimesso l’ultimo dei 505 pazienti Covid che sono stati ricoverati nell’ospedale in Fiera a Milano dall’aprile dello scorso anno, tutti malati gravi che hanno avuto bisogno di essere intubati e assistiti con ventilazione artificiale. Presto dunque la struttura, la cui realizzazione fu accompagnata da molte polemiche, sarà vuota ma non chiuderà: resterà in stand-by per fronteggiare eventuali nuove ondate.
A cura di Francesco Loiacono
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Un gruppo di infermieri festeggia la chiusura di un modulo dell'ospedale in Fiera a Milano (Foto: Sveva Luraschi via Facebook)
Un gruppo di infermieri festeggia la chiusura di un modulo dell'ospedale in Fiera a Milano (Foto: Sveva Luraschi via Facebook)

L'ospedale Covid allestito in Fiera a Milano è ormai quasi vuoto: sta infatti per essere dimesso l'ultimo dei 505 pazienti che sono stati ricoverati nella struttura dall'aprile dello scorso anno, tutti malati gravi di Covid che hanno avuto bisogno di essere intubati e assistiti con ventilazione artificiale. Presto dunque, come ha fatto sapere il Policlinico di Milano (che gestisce la struttura) in una nota, i 157 posti di terapia intensiva allestiti saranno vuoti: d'altronde il trend positivo era già stato anticipato dalla chiusura di un modulo lo scorso 14 maggio. L'ospedale però, la cui realizzazione lo scorso anno era stata accompagnata da molte polemiche, non sarà smantellato: la struttura resterà in stand-by, una sorta di "ibernazione", pronta per essere nuovamente utilizzata nel malaugurato caso in cui i contagi di Coronavirus dovessero tornare a risalire: "È necessario continuare ad essere prudenti, l'andamento della pandemia in questo periodo è confortante e i dati sono in continuo miglioramento, ma non è ancora possibile abbassare la guardia – ha affermato il direttore generale del Policlinico di Milano, Ezio Belleri. – L'estate scorsa avevamo già sperimentato lo stand-by del Padiglione in Fiera, che ci ha permesso di ripartire immediatamente non appena i contagi sono tornati ad aumentare".

L'ospedale ha curato oltre 500 pazienti: tasso di sopravvivenza medio del 70 per cento

Dal 6 aprile 2020, momento in cui venne inaugurato, l'ospedale in Fiera a Milano ha curato 505 pazienti Covid in gravi condizioni, in prevalenza maschi con un'età media di 64 anni. Oltre 30 sono stati i pazienti di età inferiore a 50 anni. In media i pazienti sono rimasti ricoverati per 22 giorni, ma in 70 casi la degenza è stata di oltre un mese. C'è stato purtroppo anche chi non ce l'ha fatta: il tasso di sopravvivenza medio è stato del 70 per cento, con picchi vicini all'80 per cento. Per gestire i ricoveri e i malati la struttura ha potuto contare sul supporto di oltre 90 medici e 200 infermieri di 18 ospedali pubblici e privati, tra cui il Niguarda di Milano, il San Gerardo di Monza, l'Asst Sette Laghi, l'Asst Ovest Milanese, l'Asst Rhodense, il Policlinico San Donato e l'Istituto Humanitas. La "distrazione" di personale da altri territori era stata un'altra fonte di polemiche, così come il fatto che la scorsa estate la struttura era stata chiusa per mancanza di pazienti: lo scorso 23 ottobre però l'ospedale aveva riaperto per affrontare la seconda e terza ondata della pandemia di Coronavirus, dimostrando di essere un'importante "scialuppa di salvataggio", così come l'aveva definita il primario di Anestesia e rianimazione del Policlinico, Antonio Pesenti. "Realizzare questo ospedale è stata una scelta giusta, presa nel pieno della prima ondata, a marzo del 2020 – ha aggiunto il presidente della Lombardia Attilio Fontana su Facebook -. Ci ha permesso di alleggerire la pressione sugli ospedali lombardi, garantendo allo stesso tempo cure efficienti che hanno salvato centinaia di vite. Le inutili polemiche si sono quindi sgonfiate con la realtà".

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