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Coprifuoco in Lombardia, Usuelli: “Limitazione della libertà dovuta a incompetenza di chi governa”

Errori, ritardi e carenze nella gestione (anche) dalla seconda ondata dell’emergenza coronavirus: così si è arrivati alla richiesta di coprifuoco notturno in Lombardia. È l’accusa di Michele Usuelli, medico e consigliere regionale di Più Europa-Radicali: “La limitazione della nostra libertà personale in Lombardia è necessaria perché siamo governati da degli incompetenti”.
A cura di Simone Gorla
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"La limitazione della nostra libertà personale in Lombardia è necessaria perché siamo governati da degli incompetenti". È il commento del consigliere regionale lombardo Michele Usuelli alla richiesta di imporre un coprifuoco dalle 23 alle 5 di mattina avanzata dalla Regione e dai sindaci.

Coprifuoco, l'accusa del consigliere regionale Usuelli: Ancora errori, non abbiamo imparato niente

Il medico ed esponente di Più Europa-Radicali ha preso parte ieri sera alla riunione che si è tenuta tra sindaci dei comuni capoluogo, il presidente dell'Anci lombardo, Mauro Guerra, i capigruppo di maggioranza e di opposizione al Pirellone e il governatore Attilio Fontana. Per Usuelli se si è arrivati al punto di imporre un coprifuoco è perché sono stati commessi, ancora, gravi errori nella gestione dell'emergenza. "Non hanno capacità di prevenire, programmare, ascoltare", rileva il consigliere, che mette sotto accusa la giunta regionale. "Male sui vaccini antinfluenzali, sbagliato il protocollo diagnostico nelle scuole, ultimi sui test rapidi, da terzo mondo il sistema con cui un medico deve cercare i posti letto per trasferire i pazienti quando il reparto è pieno, sbagliati i software con cui i medici di base prenotano i tamponi, completamente sotto organico il numero di operatori dedicati al tracciamento, da cambiare le regole per la quarantena degli operatori sanitari, una centrale acquisti dove nessuno firma più nulla".

L'esponente di Più Europa: Sono sei mesi che sembra il primo giorno

Per Usuelli, insomma, i mesi dell'emergenza coronavirus in Lombardia non hanno insegnato nulla. "Sono sei mesi che sembra il primo giorno – osserva – Per esempio: non bisogna tamponare tutti i contatti. Bisogna individuare i contatti stretti e metterli in quarantena per 10 giorni, fare il tampone a fine quarantena se rimangono sempre asintomatici, o per 14 giorni senza tampone finale. Ma se manca l’autorevolezza nei messaggi è ovvio che ci sia autogestione".

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