Consulente del lavoro arrestato per ‘ndrangheta e poi assolto: risarcito con 12mila euro

Un uomo, che lavorava come consulente del lavoro, era stato arrestato nel 2019 perché accusato di aver favorito gli interessi di una cosca della ‘ndrangheta che era radicata nella provincia di Varese. Adesso è stato assolto sia in primo che in secondo grado: per i giudici non ha infatti commesso il fatto. La sentenza è diventata definitiva a marzo 2022. L'uomo, adesso, è stato risarcito.
L'uomo era finito agli arresti domiciliari nel 2019 in un'inchiesta sulla ‘ndrangheta
Nel 2019 infatti era stato posto per tre mesi agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta denominata Krimisa, svolta alla Direzione distrettuale antimafia di Milano. Era accusato di "concorso in estorsione pluriaggravata, anche dal fine di agevolare la ‘ndrangheta". I giudici della quinta penale d'appello hanno accolto l'istanza presentata dall'avvocato difensore Davide Steccanella.
La Corte d'Appello gli ha riconosciuto un risarcimento di quasi 12.500 euro
Per i giudici, la sua frequentazione "con gli autori materiali della minaccia, De Castro Emanuele e Salvatore, è pacificamente riconducibile al rapporto professionale instaurato da costoro, nell'amministrazione di una società commerciale". L'uomo li frequentava "nella veste professionale che gli è propria di consulente del lavoro". Per la Corte, che sottolineano come l'uomo abbia risposto a ogni domanda, il loro era un rapporto "trasparente" e non "ambiguo".
La Corte d'Appello di Milano ha così stabilito di riconoscere un risarcimento per "ingiusta detenzione" da quasi 12.500 euro. La Procura generale chiedeva invece che la richiesta venisse respinta.