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Omicidio di Giulia Tramontano

Cognata di Impagnatiello condannata a risarcire la famiglia Tramontano, la sorella di Giulia: “Famiglia di assassini”

Chiara Tramontano, sorella di Giulia, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello a Senago, ha commentato sui suoi profili social la condanna di Laura Ciuladaite, cognata dell’uomo. Secondo i giudici la donna avrebbe aiutato Impagnatiello a risultare nullatenente acquistando la sua auto, la stessa utilizzata dopo l’omicidio per trasportare e nascondere il corpo di Tramontano.
A cura di Alice De Luca
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Giulia e Chiara Tramontano
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"Cari giudici questa è la feccia umana che vorrebbe accedere alla giustizia riparativa. Famiglia di assassini ignoranti", così Chiara Tramontano, sorella di Giulia, uccisa incita di sette mesi a Senago (Milano) nel maggio 2023 dal compagno Alessandro Impagnatiello, ha commentato la notizia della condanna di Laura Ciuladaite, cognata dell'uomo. La donna dovrà risarcire la famiglia Tramontano perché, secondo i giudici, avrebbe aiutato Impagnatiello a risultare nullatenente acquistando la sua auto, una T-Roc Volkswagen, la stessa sulla quale l'uomo aveva trasportato il corpo di Giulia Tramontano dopo averla uccisa.

Il tribunale di Milano ha accertato che la vendita dell'auto alla cognata 36enne è avvenuta soltanto per evitare che la macchina, della quale fu sequestrato solo una parte dopo l'omicidio, finisse tra i beni con i quali Impagnatiello avrebbe dovuto risarcire la famiglia della vittima. In primo grado, infatti, la corte d'Assise di Milano ha condannato Impagnatiello non solo all'ergastolo, ma anche al risarcimento economico della famiglia. L'uomo però era risultato nullatenente dopo che dal carcere aveva firmato una procura speciale affinché il fratello Omar potesse occuparsi dei suoi beni, vendendo l'auto di Impagnatiello alla moglie. Nel 2024 la famiglia ne aveva poi denunciato il furto, ma l'assicurazione si rifiutò di pagare perché erano emersi "elementi anomali tali da ritenere che i danni lamentati non appaiono riconducibili alla dinamica denunciata".

Ciuladaite è stata quindi condannata a risarcire la famiglia Tramontano con l'equivalente del valore dell'auto, cioè 20mila euro. "Alla famiglia – spiega l'avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti – ciò che interessava era che l’auto non girasse più, dato che non era stata sequestrata per un errore. L’azione civile venne portata avanti anche perché la Procura all’epoca aveva disposto solo il sequestro del pianale dove erano state trovate tracce di sangue".

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