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Codogno, il medico che ha salvato il paziente 1: “Dal coma alle dimissioni, così ho curato Mattia”

“Dal coma alle dimissioni, con Mattia ho instaurato un rapporto speciale”. Racconta così il dottor Raffaele Bruno, direttore della Clinica di Malattie Infettive al Policlinico San Matteo di Pavia, in una lettera pubblicata su La Stampa, il rapporto instaurato con il paziente uno, salvato dallo stesso Bruno durante la scorsa primavera.
A cura di Filippo M. Capra
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Mattia Maestri (Lapresse)
Mattia Maestri (Lapresse)
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"Al suo arrivo in ospedale mi trovo davanti quel ragazzone disteso su una barella, intubato. Il suo quadro clinico è già molto critico". Racconta così il trasferimento di Mattia Maestri, il cosiddetto paziente 1 di Codogno (Lodi), Raffaele Bruno, direttore della Clinica di Malattie Infettive al Policlinico San Matteo di Pavia. Il medico che ha curato il 38enne, primo caso di Coronavirus certificato in Italia, spiega che "dopo il trasferimento a Pavia, veniamo contattati dai suoi familiari" che stanno "vivendo un incubo".

Il racconto del dottore che ha salvato Mattia, il paziente uno

In una lettera pubblicata da La Stampa, il dottor Bruno rivive quei momenti. "Mentre Mattia da giorni è in coma, la moglie Valentina, all’ottavo mese di gravidanza, si ammala". La donna aveva accusato i sintomi tipici della malattia, con febbre alta e tosse, e, per precauzione, si è optato per il ricovero all'ospedale Sacco di Milano. "Le sue condizioni non sono particolarmente critiche anche se le preoccupazioni maggiori sono per la piccola Giulia che porta in grembo", racconta ancora Bruno, garantendo che "gli esami escludono subito rischi concreti per la salute di entrambe".

La lunga degenza del paziente uno di Codogno

Purtroppo, però, nel mentre si ammala anche il padre del paziente uno, "e le sue condizioni appaiono già serie". Ci sono quindi "quattro componenti della famiglia Maestri, contando anche la piccola Giulia, in tre diversi ospedali della Lombardia". La storia di Mattia è già nota, ma il dottor Bruno ricorda la sua lunga degenza, "prima in rianimazione, intubato, poi in terapia sub intensiva ed infine in reparto, dove inizia a migliorare giorno dopo giorno". Un mese dopo il ricovero a Codogno, iniziano a circolare voci su una sua possibile dimissione dal Policlinico di Pavia: "Mattia accoglie la notizia con grande felicità", mentre Valentina, la moglie, lo accompagna a Codogno.

Il rapporto tra il dottore e Mattia: Sei come un secondo padre

Il 7 di aprile, poi, è lo stesso Mattia a contattare il dottor Bruno: "Professore, è nata! È nata Giulia", gli dice, sentendosi in risposta: "Non sai quanto sono felice. Felice per te, per Valentina, per tutta la tua famiglia dopo quello che avete passato. Goditela tutta questa gioia, te la sei meritata". Allora, il medico che ha curato il paziente uno ricorda quanto gli aveva detto al momento delle dimissioni: "Sei come un secondo padre per me". Parole che hanno commosso il professore, che ribadisce come "il rapporto con Mattia è speciale, unico". Prezioso, come l'aiuto dato dal dottor Bruno a Mattia, salvato e diventato a sua volta padre di una bambina.

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