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Chi è Sergio Domenichini, il 66enne volontario arrestato per l’omicidio di Carmela Fabozzi

L’uomo lavora come volontario in un associazione per anziani. Sarebbe stato lui, secondo gli investigatori, ad uccidere Carmela Fabozzi.
A cura di Enrico Tata
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Sergio Domenichini, 66 anni. Sarebbe stato lui, secondo gli investigatori, ad uccidere Carmela Fabozzi, 73 anni, vedova. L'uomo lavora come volontario in un associazione per anziani, ma ha precedenti per reati contro il patrimonio, ricettazione e truffe anche ai danni proprio di persone anziane. Domenichini è stato arrestato al suo ritorno dalle vacanze. È partito la sera stessa del giorno in cui è stato commesso l'omicidio, il 22 luglio, ed è tornato il 17 agosto. Ha lasciato il suo hotel senza pagare il conto.

Per i pm non Fabozzi non è morta per una rapina finita male

Secondo la procura la signora Fabozzi non è morta per una rapina finita male. Dalla casa della vedova, infatti, il killer ha portato con sé soltanto due telefoni, che contenevano presumibilmente, si legge nell'ordinanza di arresto firmata dal gip, "messaggi e contatti riconducibili" a Domenichini. Ad inchiodare il volontario sono state le testimonianze dei vicini della vittima, le impronte lasciate in casa e le riprese delle telecamere di sicurezza.

Le prove che inchiodano Domenichini

Come detto, l'uomo assisteva gli anziani nei trasporti, portava loro cibo e medicine e Carmela Fabozzi si era rivolta qualche volta all'associazione con cui collaborava il suo presunto assassino. Fabozzi conosceva il suo assassino ed è stata sicuramente lei ad aprirgli la porta. Lo conosceva e si fidava di lui. Per questo lo ha fatto accomodare in casa.

Un'altra prova schiacciante è il ritrovamento delle impronte del sospettato su un grosso vaso di fiori secchi che si trova all'ingresso dell'appartamento della vedova Fabozzi, proprio dove la donna è stata uccisa. Sul vaso, quasi sicuramente l'arma del delitto, sono state trovate tracce di sangue e le impronte di Domenichini.

L'ennesima prova: le riprese delle telecamere di sicurezza e l'impronta delle scarpe. Sulla sedia accanto al cadavere c'erano due borsette e sul tavolo un piccolo portafoglio con denaro e bancomat. Sul pavimento i carabinieri del Ris di Parma hanno trovato impronte di sangue visibili ad occhio nudo e lasciate da scarpe da ginnastica con la suola simile a quella indossata dall'uomo ripreso dalle telecamere di sicurezza. Le scarpe sono state trovate nell'automobile di Domenichini e su di esse c'erano tracce di sangue. In più le telecamere hanno sicuramente ripreso non solo Domenichini sul luogo del delitto, ma anche la sua automobile, che ha fatto strani e misteriosi passaggi in zona senza alcun motivo nel pomeriggio del 22 luglio. L'uomo è poi partito in serata con la compagna per le vacanze estive.

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