99 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Chi è Mara Ghidorzi, la candidata di Unione popolare alle elezioni in Lombardia 2023

Mara Ghidorzi è la quarta candidata alle regionali in Lombardia. Supportata da Unione popolare, mette al centro delle sue proposte il pubblico e le periferie, puntando al ridimensionamento del privato nella sanità e nei trasporti.
A cura di Enrico Spaccini
99 CONDIVISIONI
Mara Ghidorzi, candidata alla presidenza della Regione Lombardia per Unione popolare
Mara Ghidorzi, candidata alla presidenza della Regione Lombardia per Unione popolare

In campagna elettorale si sa, il candidato deve farsi vedere in mezzo alla gente, agli elettori. Deve mostrarsi in grado di ascoltare le loro richieste e di offrire una soluzione ai loro problemi. Un modello tradizionale di fare comunicazione. A questo, però, c'è chi ha deciso di aggiungere dell'altro. Che Mara Ghidorzi, tra tutti i candidati, si presentasse come alternativa del tutto opposta alla tradizione politica lombarda si poteva capire anche solo leggendo le liste che la appoggiano alla corsa alla presidenza della Regione Lombardia: ovvero Unione popolare, il movimento guidato dall'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris e sostenuto da DeMa, Manifesta, Potere al popolo e Rifondazione comunista.

Poi, però, Ghidorzi ha voluto mostrare quello per cui intende battersi, non solo parlarne. Il "tour degli orrori", come lei stessa lo ha definito, ha mostrato ai cittadini le conseguenze concrete di un modello che considera sbagliato e da ricostruire dalle sue fondamenta. Le città prigioniere del proprio inquinamento, le scuole che non garantiscono sicurezza e futuro ai propri studenti, i mezzi pubblici trascurati e i diritti non garantiti. Insomma, come dice il suo slogan, l'obiettivo è "camminare lungo i margini per rimetterli al centro".

Chi è Mara Ghidorzi, la candidata di Unione popolare in Lombardia

Ghidorzi ha 41 anni. È nata a Milano il 25 aprile del 1981, ma è cresciuta nell'hinterland poiché è "una di quelle tante persone che con uno stipendio come quello che offre, ad esempio, il pubblico impiego, non si può permettere gli affitti folli di Milano". Laureata in Sociologia all'università Bicocca di Milano, è ricercatrice esperta in tematiche lavorative e politiche di genere. Lavora come impiegata dell'Afol, azienda consortile dedicata al lavoro e alla formazione, partecipata della Città Metropolitana di Milano.

Lei si autodefinisce una "femminista, ambientalista, pacifista e anticapitalista". "Radicale", certo, ma "non ideologica". E comunque "gattara convinta". Soprannominata ‘la Calamara', ha iniziato a prendere la politica come un impegno dopo il G8 di Genova del 2001. "Quei giorni sono stati un passaggio cruciale nella formazione di una coscienza civile", ha raccontato ricordando gli scontri in piazza Alimonda dove venne ucciso Carlo Giuliani e l'irruzione nella scuola Diaz.

Dopo un tentativo alle comunali del 2020, quando si è candidata come sindaca di Corsico, quest'anno ha deciso di scendere in campo a livello regionale. La sinistra in cui si ritrova Ghidorzi è ben lontana dal centrosinistra di oggi e che supporta la candidatura di Pierfrancesco Majorino: "Noi mettiamo il pubblico al centro della nostra proposta", rivendica la candidata di Unione popolare.

L'azzeramento di Trenord, la sanità pubblica e le grandi opere

Ecco, infatti, che tra i punti presenti nel programma elettorale emerge un filo rosso che li unisce tutti: ridimensione, fino all'eliminazione, del privato soprattutto in particolari settori. A partire dalla sanità, che porta a un "drenaggio di risorse pubbliche verso il privato", ma anche nel trasporto pubblico: "Il privato si muove con la logica del profitto, ma come garantisce quelle tratte meno vantaggiose che però sono quelle dei pendolari?".

Quindi, in poche parole, niente privatizzazione del trasporto pubblico e Trenord "azzerata". Tutto da rifare, quindi, perché è una società, secondo Ghidorzi, costruita su un modello che porta "premi di produzione altissimi per i dirigenti, mentre chi ci lavora dentro ha stipendi da fame".

Insomma, una linea in netto contrasto con quella portata avanti dal presidente uscente Attilio Fontana in questi ultimi cinque anni, anche in materia di grandi opere.  La Pedemontana? Da fermare il prima possibile, così come la Tangenziale ovest esterna. Per non parlare del capitolo "fuori dalla guerra", che comporta un impegno a "eliminare dal nostro territorio basi e produzioni artefici della drammatica escalation nucleare in corso". In poche parole, Ghidorzi sintetizza il suo impegno politico in una frase che riporta le grandi tematiche, come quella ambientale e la guerra, nella realtà regionale in cui si può lavorare direttamente: "Pensare globale e agire locale".

99 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views