Caso San Raffaele, la minaccia di Bertolaso: “Pronti a togliere accreditamento se si ripetono disservizi”

"Se al San Raffaele dovessero ripetersi episodi come quelli del 5 e 6 dicembre scorsi, sono pronto a ritirare l'accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale". Lo ha dichiarato oggi l'assessore al Welfare della Lombardia Guido Bertolaso nel suo intervento al programma radio Check-Up, condotto da Lucia Tironi su Giornale Radio, dopo il caos che si è verificato tra il 5 e il 7 dicembre all'interno dell'ospedale San Raffaele di Milano: qui il personale infermieristico, affidato a una cooperativa esterna e impiegato nei delicatissimi reparti di Medicina ad alta intensità, avrebbe mostrato gravi lacune formative e competenze insufficienti, risultando incapace di gestire correttamente terapie, uso di software clinici e strumenti essenziali per le cure di pazienti così fragili.
Il caos all'ospedale San Raffaele: "Infermieri gravemente impreparati"
Un caso su cui ora indaga la Procura di Milano, e che ha portato alle immediate dimissioni del ceo Francesco Galli. "Un infermiere del primo gruppo (letti 301.1-306) riferisce di non aver mai fatto affiancamento in reparto e di essere al suo primo turno presso l'Ospedale San Raffaele", si legge in una delle numerose segnalazioni sul personale sanitario, risultato impreparato al punto da rendere obbligatorio il blocco degli accessi dal Pronto soccorso e il trasferimento urgente di alcuni pazienti presso altri reparti della struttura privata convenzionata. "Non sapeva dove fossero i farmaci, non risultava in grado di caricare gli esami ematici su SAP (piattaforma informatica), non in grado di gestire NIV (ventilazione meccanica non invasiva), né terapia insulinica in continuo. I carrelli infermieristici risultavano disordinati e non rinnovati".
La delibera che ha consegnato cinque milioni di euro al privato
"Nel caso di strutture private accreditate, come il San Raffaele, la Regione non ha il potere di verificare direttamente le competenze del personale assunto tramite cooperative esterne", ha ricordato Bertolaso, che nell'occasione ha difeso anche la criticatissima delibera approvata lo scorso 15 settembre in Regione, la cosiddetta "super intramoenia" che secondo i tanti detrattori contribuirebbe alla crescente privatizzazione del sistema sanitario pubblico lombardo. Mentre, per l'assessore al Welfare, si sarebbe trattato di una misura necessaria per tentare di risolvere l'annoso problema delle liste d'attesa.
"Cinque milioni di euro provenienti da questo sistema sono già stati destinati a pagare di più medici e personale sanitario per ridurre le liste d'attesa. È la prova che non si tratta di una sanità a due velocità, ma di un meccanismo che rafforza quella pubblica. Il "super intramoenia" andrà a vantaggio di tutti e non solo di chi ha copertura assicurativa", sono state le sue parole.