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Caso camici, nell’azienda del cognato di Fontana trovati i 25mila pezzi mai consegnati alla Regione

Nei magazzini della Dama Spa, azienda del cognato del governatore della Lombardia Attilio Fontana, sono stati trovati e sequestrati i 25mila camici mai consegnati alla Regione. Fanno parte dell’ordine da oltre mezzo milione di euro poi trasformato in donazione, al centro dell’inchiesta della procura di Milano che vede indagati lo stesso Fontana, il cognato e l’ex direttore generale di Aria, centrale acquisti della Regione.
A cura di Francesco Loiacono
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La perquisizione nella sede della Dama Spa, l'azienda del cognato del governatore della Lombardia Attilio Fontana al centro dell'inchiesta sul "caso camici" della procura di Milano, ha portato al ritrovamento dei 25mila camici che non erano mai stati consegnati dalla ditta alla Regione. La merce faceva parte dell'ordine da 75mila camici e settemila set di calzari, camici e visiere, che erano stati commissionati direttamente (senza bando) da Aria, centrale acquisti della Lombardia, alla Dama spa. L'ordine, su cui aleggia lo spettro del conflitto di interessi e del quale si era interessato la trasmissione d'inchiesta Report, era stato poi trasformato in donazione, ma una parte delle forniture non era mai stato consegnato a Palazzo Lombardia. Si tratterebbe proprio dei camici che i finanzieri hanno trovato ieri sera nei magazzini dell'azienda, che sono stati adesso sequestrati e su cui continuano gli accertamenti.

Il cognato del governatore avrebbe provato a piazzare parte dei camici

Secondo gli inquirenti il cognato di Fontana, Andrea Dini, dopo aver rinunciato ai 513mila della Regione (ammontare dell'ordine effettuato il 16 aprile) tramite una mail il 20 maggio, avrebbe provato a piazzare parte della merce sul mercato, un modo per rientrare in parte dai mancati introiti. Sempre a titolo risarcitorio sarebbe intervenuto anche il cognato, il governatore leghista. Fontana, che risulta indagato per frode in pubbliche forniture, avrebbe cercato di bonificare al cognato 250mila euro da un suo conto in Svizzera sul quale si è appuntata adesso l'attenzione degli inquirenti, che stanno cercando di chiarire la natura di quei fondi (inizialmente 5,3 milioni di euro) che, secondo Fontana, sarebbero l'eredità dei genitori, prima custodita in una paradiso fiscale off-shore alle Bahamas e poi, nel 2015, "regolarizzata" attraverso il cosiddetto scudo fiscale.

I camici potrebbero essere distribuiti agli ospedali

Nell'inchiesta della procura figurano indagati, oltre a Fontana, anche il cognato e l'ex direttore generale di Aria Filippo Bongiovanni: questi ultimi due oltre che per concorso in frode in pubbliche forniture sono indagati per turbata libertà di scelta del contraente. Oltre ai 25mila camici, che dopo gli accertamenti della procura potrebbero essere donati agli ospedali e alle strutture di cura lombarde, nelle perquisizioni di ieri le Fiamme gialle hanno acquisito anche le comunicazioni tra la Dama Spa e Aria inerenti alla stipula dell'ordine.

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