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Cantù, uccide a coltellate la suocera dopo l’ennesima lite: condannato a 15 anni di carcere

È stato condannato a 15 anni di carcere Massimiliano Bellugi, il 40enne di Cantù, in provincia di Como, che lo scorso ottobre uccise a coltellate la suocera, Celestina Castiglia, nella villetta in cui i due abitavano assieme alla compagna dell’uomo, figlia della vittima. Il pm aveva chiesto 16 anni di carcere.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Massimiliano Bellugi, 40enne di Cantù, in provincia di Como, che l'1 ottobre dello scorso anno uccise a coltellate la suocera, Celestina Castiglia, è stato condannato a 15 anni di carcere. La sentenza è arrivata ieri al termine del processo con rito abbreviato che si è svolto davanti al giudice per l'udienza preliminare di Como, Laura De Gregorio. Per Bellugi il pubblico ministero Massimo Astori aveva chiesto 16 anni di condanna, riconoscendo sia l'aggravante della minorata difesa legata all'età della vittima, che aveva 79 anni, sia quella per la recidiva per un precedente per maltrattamenti ai danni della ex moglie. Allo stesso tempo, però, il pm aveva chiesto le attenuanti generiche per l'imputato in considerazione della sua immediata confessione.

L'omicidio nella villetta in cui l'uomo e la suocera vivevano assieme

La tragedia si era consumata nella villetta bifamiliare di via Cartesio a Vighizzolo, frazione di Cantù, in cui l'omicida e la vittima, madre della sua compagna, vivevano assieme. Tra l'uomo e l'anziana vi erano stati numerosi litigi. Proprio dopo l'ultimo screzio, avvenuto in giardino, l'uomo era salito in casa e aveva preso un coltello da cucina, col quale era poi tornato dalla suocera e l'aveva colpita più volte. Almeno sette i fendenti che l'uomo aveva sferrato contro l'inerme anziana in diverse parti del corpo, tra cui la gola. Subito dopo l'omicidio il 40enne, i cui movimenti durante il delitto erano stati ripresi da alcune telecamere installate nella villetta, aveva chiamato i carabinieri confessando. Quando i militari dell'Arma erano entrati nella villetta per la 79enne non c'era ormai più niente da fare. L'omicida aveva ripetuto la confessione anche davanti al giudice per le indagini preliminari, parlando dei numerosi litigi per motivi futili avuti con la vittima nel corso degli anni. Poi il processo col rito abbreviato e la sentenza, che chiude a livello giudiziario l'ennesima tragedia famigliare che ha visto una donna vittima della violenza di un uomo.

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