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Caffaro di Brescia, il consorzio per la bonifica supera le prime verifiche del commissario straordinario

Il raggruppamento formato da Greenthesis, Htr bonifiche e Nico spa hanno superato il controllo amministrativo. Ora toccherà a quello economico. La bonifica del Sin Caffaro di Brescia potrebbe partire nel 2023, nonostante i problemi giudiziari.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo stabilimento Caffaro di via Nullo (foto di Enrico Spaccini)
Lo stabilimento Caffaro di via Nullo (foto di Enrico Spaccini)

Il commissario straordinario del Sito di interesse nazionale Caffaro, Mario Nova, ha dato il suo via libera. Il raggruppamento temporaneo delle aziende Greenthesis, Nico spa e Htr Bonifiche hanno superato gli accertamenti amministrativi: "Ora va analizzata l'offerta tecnica ed economica".

Le analisi dell'offerta

La loro è stata l'unica offerta arrivata per il bando di gara europeo per la messa in sicurezza del sito industriale Caffaro di Brescia. Il via libera è arrivato prima dei 30 giorni previsti dalla scadenza del bando del 6 giugno e, assicura il commissario Nova, "si sono completati positivamente".

L'analisi dell'aspetto economico, che parte con una base d'asta da 62 milioni di euro, "si concluderà presumibilmente entro luglio". Se anche questa seconda parte di controlli andrà a buon fine, il cantiere per la bonifica verrà aperto nel 2023.

L'ingresso dello stabilimento Caffaro Chimica (foto di Enrico Spaccini)
L'ingresso dello stabilimento Caffaro Chimica (foto di Enrico Spaccini)

I passati burrascosi di Greenthesis e Htr bonifiche

A quanto pare, non sembra si siano rivelati ostacoli insormontabili i procedimenti giudiziari (leggi qui il nostro approfondimento) che coinvolgono alcuni dirigenti di due delle tre aziende in questione, ovvero la Greenthesis di Segrate e la romana Htr Bonifiche.

La prima, fondata dal "re delle bonifiche" Giuseppe Grossi, è guidata dal presidente Alberto Azario e dagli eredi del fondatore: Simona e Andrea. Per quest'ultimo che ricopre il ruolo di amministratore delegato, era stato disposto l'obbligo di firma per un finanziamento illecito pari a 10mila euro versato al partito Fratelli d'Italia.

La seconda è di proprietà di Matteo Bettoja: uno dei 12 indagati per il processo Tav di Firenze iniziato nel novembre 2017 per i quali non è scattata la prescrizione. Tra le accuse, a vario titolo, ci sono quelle di traffico illecito di rifiuti, smaltimento abusivo dei fanghi  in odore di aver agito per agevolare un’associazione mafiosa.

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