Brescia, padre di 4 figli morto tre giorni dopo un’operazione al cuore: 10 medici indagati

Dieci medici degli Spedali civili di Brescia sono indagati per la morte di un uomo, operato al cuore nel 2015 e deceduto tre giorni dopo l'intervento. A riportare la notizia la testata locale "Il Giornale di Brescia", che ricostruisce il presunto caso di malasanità sul quale indaga la magistratura bresciana. La vittima è un uomo di origini senegalesi, padre di quattro figli, che viveva nella Bassa bresciana. Nel 2015 si era sottoposto a un delicato intervento al cuore nel reparto di Cardiochirurgia: un'aneurismectomia del ventricolo sinistro, operazione che consiste nella rimozione dell'aneurisma e nella ricostruzione del ventricolo.
I medici usarono una tecnica sperimentale che secondo la procura non era adatta
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i medici avevano deciso di utilizzare sull'uomo una tecnica sperimentale, conosciuta come Bioventrix, che però secondo la procura non sarebbe stata indicata per le caratteristiche fisiche del paziente e anzi era addirittura pericolosa per il padre di famiglia. A posteriori avevano sicuramente ragione: l'uomo, purtroppo, non si riprese mai dall'operazione e dopo l'intervento venne ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dove morì tre giorni dopo essere finito sotto i ferri.
Per gli inquirenti i medici avrebbero agito con imperizia, imprudenza e negligenza
La procura di Brescia a seguito di quel decesso ha aperto un'inchiesta ipotizzando responsabilità colpose per tutti i medici che presero in cura il 64enne, da chi ne diagnosticò l'anomalia al cuore a chi lo assistette in rianimazione. La procura ipotizza che i medici agirono con imprudenza, negligenza e con scarsa perizia: inoltre al 64enne non venne mai prospettato il motivo dell'utilizzo della tecnica sperimentale al posto di quella normalmente seguita in casi come il suo.