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Botte e umiliazioni contro la moglie, pm chiede 9 anni per un 36enne: “L’ha anche legata a un albero”

Un 36enne di Casirate (Bergamo) è imputato per violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della moglie. Il pm ha chiesto per lui una condanna a 9 anni e 3 mesi, portando come prova dei pestaggi subiti dalla 27enne tre referti medici.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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La Procura di Bergamo ha chiesto una condanna pari a 9 anni e 3 mesi per Giancarlo Mastropasqua, imputato per violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti dell'ex moglie 27enne. Il 36enne di Casirate d'Adda, già in carcere per quattro rapine a sale slot della zona di Treviglio, avrebbe picchiato in più di un'occasione la compagna, anche quando era incinta, legata a un albero e costretta a subire rapporti sessuali.

La presunta violenza sessuale e i maltrattamenti subiti dalla 27enne

A prova delle violenze subite dalla donna, il pm Paolo Mandurino ha portato tre referti medici datati 18 febbraio, 11 aprile e 12 maggio 2023, insieme alle testimonianze delle persone con cui la 27enne si confidava e le amiche a cui aveva mostrato i lividi al corpo e i tagli sul corpo. L'ultimo episodio, come riportato dal Corriere della Sera, risalirebbe all'11 maggio 2023, il giorno prima dell'ultimo referto medico, quando i due si sono incontrati perché lei doveva recuperare le sue cose e l'auto.

"Mi tappa la bocca con lo scotch, inizia a riempirmi di botte, mi fa vedere una pistola", ha raccontato la 27enne. Dopodiché tra i due si consuma un rapporto sessuale, mentre un coltello è appoggiato sul comodino. Per il pm, la presenza dell'arma sarebbe la prova della non consensualità del fatto.

"Rapporto malato"

Nel suo intervento, il pm Mandurino ha provato anche a bloccare eventuali risposte della difesa dell'imputato. Tra i messaggi che i due si sono scambiati, ce ne sono alcuni in cui la 27enne dice di volere un figlio dal 36enne. Secondo l'accusa, questo non andrebbe in contraddizione con la denuncia per violenza e maltrattamenti, dato che entrambi avrebbero parlato più volte di un "rapporto malato" che c'era tra loro.

Nemmeno la gelosia "quasi ossessiva" della 27enne, raccontata dalla difesa dell'imputato, avrebbe valore per il pm "ai fini del reato di maltrattamenti e della violenza sessuale". Quello di cui è accusato il 36enne sarebbero "condotte gravissime", tra le quali anche le botte inferte alla moglie mentre era in gravidanza e l'episodio nel quale l'aveva "legata a un albero". L'imputato ha negato ogni accusa e ha dato una versione che l'accusa definisce "a tratti surreale". La sentenza è attesa per il 5 giugno.

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