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Bergamo, un bosco per ricordare quelle bare sui camion: “Alberi per chi ha perso il respiro”

Il 18 marzo di un anno fa i camion dell’Esercito percorrevano le strade di Bergamo, pieni di bare di defunti per Coronavirus. Oggi, nella Giornata nazionale per le vittime del Covid-19, sempre a Bergamo viene inaugurato un Bosco della memoria: “Abbiamo scelto non di realizzare un monumento, ma di piantare alberi, perché gli alberi possono ricordarci qualcosa attraverso la vita”, spiega a Fanpage.it Marco Boschini, coordinatore dell’Associazione Comuni virtuosi che ha promosso l’iniziativa. “Chi se n’è andato per Covid non riusciva a respirare: per questo scegliere le piante, che danno respiro, ci è sembrata la decisione giusta”.
A cura di Francesco Loiacono
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Un anno fa l'Italia comprese in maniera drammatica la portata dell'incubo in cui era sprofondata. Fu la giornata in cui camion dell'Esercito carichi di bare di defunti per Covid iniziarono a percorrere le strade di Bergamo, una delle città più colpite dalla prima ondata della pandemia: il forno crematorio cittadino non era purtroppo sufficiente per tutte le cremazioni. Un anno dopo, il 18 marzo 2021, Bergamo e tutta la Lombardia (e buona parte dell'Italia) sono ancora in "zona rossa": il nemico, il Coronavirus, fa ancora sentire in maniera forte i suoi effetti. Ma, seppur tra mille difficoltà, la città e tutt'Italia sono passate al contrattacco: ci sono armi efficaci, come i vaccini, da somministrare il più in fretta possibile per uscire dall'incubo. Anche se resta la cicatrice di una ferita che probabilmente segnerà per sempre il capoluogo orobico e tutto il Paese.

Per ricordare le vittime del Covid abbiamo scelto le piante, che danno respiro

In quella che è diventata la Giornata nazionale della memoria per le vittime del Covid-19, accanto all'ospedale Papa Giovanni XXIII, presidio che si trovò in piena linea nella lotta contro il virus, viene inaugurato ufficialmente il Bosco della memoria. "Abbiamo scelto non di realizzare un monumento, ma di piantare alberi, perché gli alberi possono ricordarci qualcosa attraverso la vita", spiega a Fanpage.it Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione Comuni virtuosi che ha promosso l'iniziativa. "Chi se n'è andato per Covid non riusciva a respirare: per questo scegliere le piante, che danno respiro, ci è sembrata la decisione giusta".

Oggi la presenza – blindatissima – del presidente del Consiglio Mario Draghi conferisce la giusta solennità a un luogo che però è destinato ad essere di chiunque: passeggiare tra i percorsi disegnati all'interno del già esistente Parco della Trucca, osservando quegli alberi – 750 quelli che saranno piantumati in totale, 100 dei quali sono già stati messi a dimora – che giorno dopo giorno cresceranno, sarà l'occasione per chiunque per ricordare un periodo che si spera di potersi lasciare presto alle spalle e che si confida non ritorni più.

Vogliamo che il bosco sia un luogo vivo

Il Bosco della memoria è già di tanti: sono oltre 400 i sostenitori che finora hanno donato circa 89mila euro sulla piattaforma di crowdfunding. "Siamo molto contenti, al di là di quello che è il risultato, sia perché abbiamo ricevuto tantissime donazioni da persone che hanno perso i parenti per il Covid, sia perché ci sono tante associazioni che ci aiuteranno quando partiranno le tante attività in programma", spiega Boschini. "Vogliamo che il bosco sia un luogo vivo, con attività didattiche, culturali e sportive". Gli altri fondi necessari alla realizzazione del bosco saranno messi dal Comune di Bergamo, che ha subito sposato un progetto che guarda sì al passato – a quella memoria che non deve mai offuscarsi – ma lo fa scegliendo di scommettere sul futuro: creando uno spazio di comunità che potrà accogliere scolaresche non più in dad (didattica a distanza), amici che finalmente potranno riabbracciarsi, anziani che potranno tornare a passeggiare tranquilli senza il timore di un virus insidioso.

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