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“Basta confondere l’identità sessuale dei bambini”, è polemica sul cartellone #StopGender

Appare a Novate Milanese un cartellone dell’associazione Pro Vita & Famiglia contro “il gender” e la “confusione sessuale dei bambini”. Rimosso immediatamente dalla sindaca dem Daniela Maldini: “È pubblicità fuorilegge”
A cura di Francesca Del Boca
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"Basta confondere l'identità sessuale dei bambini". E in foto un bambino, maschio, a cui vengono messi a forza rossetto e fiocchi rosa sui capelli. Le cose delle femmine.

E quindi sotto l'immagine l'invito a firmare la petizione di Pro Vita&Famiglia, l'associazione che "difende il diritto alla vita e promuove la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna", contro il "bombardamento ideologico in chiave gender". È il cartellone apparso nella periferia di Novate Milanese, prontamente rimosso dalla sindaca dem Daniela Maldini.

Pubblicità fuorilegge

A segnalarlo sulle proprie pagine social è stato il consigliere comunale di Milano Michele Albiani. "Ieri mi è arrivata la segnalazione di questo cartellone pubblicitario di fronte al centro commerciale Metropoli, sul confine con Novate Milanese", ha scritto. "Dopo una verifica sul territorio di competenza, ho contattato la sindaca di Novate, Daniela Maldini, che ha provveduto immediatamente ad avviare l’iter di oscuramento, essendo questa pubblicità fuorilegge".

Il riferimento è a una norma dello Stato italiano. “È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche.”

La campagna di Pro Vita & Famiglia

Ma il cartellone di Novate Milanese è solo uno dei tanti. È parte infatti di una più vasta campagna nazionale che comprende affissioni stradali, webinar informativi per genitori, un sondaggio e una petizione popolare per un "ministro dell'Istruzione anti-gender".

Nonché quella anti "cartoni gay" sulla Rai. "La Rai non trasmetta sui propri canali l'episodio di Peppa Pig che include due mamme lesbiche: non è giusto ingannare i bambini facendogli credere che si possa nascere da due donne senza un papà!", recita il testo che accompagna la petizione, che in pochi giorni ha raggiunto quota 27mila firme. E ancora: "Due donne possono dotarsi di un figlio solo comprando il seme di uno sconosciuto e praticando la fecondazione artificiale. Ma questa pratica si fonda sul commercio di gameti umani, e viola il diritto fondamentale di un bambino di avere un papà".

"La guerra contro i nostri figli"

Obiettivo finale della campagna: "Difendere i bambini dal bombardamento ideologico in chiave gender che aumenta nelle scuole e nei cartoni animati". 

Una vera e propria emergenza, a quanto dichiara la Onlus protagonista del Family Day. Secondo cui la "diffusione dell'ideologia Lgbt confonde i bambini e mette in pericolo la loro educazione e crescita psico-fisica". Questo succede anche attraverso "i prodotti per bambini, dalla Disney a Netflix, e ora persino con Peppa Pig. È in atto una vera e propria guerra psicologica contro i nostri figli", sono le parole di Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.

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