Autista di un bus non fa inversione e un passeggero (senza biglietto) lo picchia: gli ha rotto il naso

Nei giorni scorsi un autista di Autolinee Varesine è stato aggredito da un passeggero. Il conducente stava guidando il bus della linea V115 che collega Luino a Cittiglio e poi a Laveno. Intorno alle 13.30 è arrivato nel piazzale della stazione. Lì, ha atteso qualche minuto prima di ripartire per Laveno. E proprio in quei frangenti, un uomo sarebbe salito sul mezzo. Il conducente gli avrebbe chiesto di mostrare il biglietto, ma il passeggero si sarebbe rifiutato e avrebbe detto di essere pronto a essere multato dai controllori.
Come riportato dal quotidiano Il Giorno si sarebbe quindi andato a sedere ma, quando ha visto che il bus prendeva la direzione per Laveno, sarebbe diventato aggressivo. Avrebbe iniziato a pretendere che l'autista facesse inversione per portarlo a Cuveglio, che si trova nella direzione opposta. Il conducente gli ha invece spiegato che quella corsa andava verso Laveno.
Il passeggero avrebbe iniziato a insultarlo e minacciarlo. Poi si sarebbe avvicinato alla cabina di guida e avrebbe colpito l'autista al volto. La corsa è stata interrotta. Il conducente ha quindi chiamato i soccorsi. La centrale operativa dell'Agenzia regionale emergenza urgenza della Lombardia (Areu) ha inviato gli operatori sanitari del 118 sul posto. I medici hanno fornito le prime cure e poi hanno trasferito il conducente in ospedale dove è stata diagnosticata una microfrattura del setto nasale e un ematoma sul viso. È stato dimesso con una prognosi di quindici giorni.
L'aggressore, che soffrirebbe di problemi psichici, è stato denunciato per lesioni e interruzione di pubblico servizio. Autolinee Varesine ha poi espresso "la più assoluta vicinanza al collega coinvolto, che verrà tutelato in tutte le sedi opportune". Ha poi sottolineato: "Un certo scoramento per una situazione che, sempre uguale e sempre diversa, si ripete troppo spesso nei confronti dei nostri collaboratori, che hanno l’unica "colpa" di svolgere correttamente la propria professione".
Hanno poi ricordato che nonostante i tanti tavoli di confronto, gli investimenti e l'impegno delle istituzioni "gli episodi in cui il nostro personale viene aggredito verbalmente o peggio ancora fisicamente sono ancora troppo frequenti. Non è davvero possibile lavorare in questo modo".