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La fuga di Giacomo Bozzoli

Assolto l’operaio accusato di essere complice di Giacomo Bozzoli, l’imprenditore fuggito dopo l’omicidio dello zio

Oscar Maggi avrebbe riattivato i forni della fonderia dopo l’omicidio del titolare Mario Bozzoli. Il nipote Giacomo, condannato all’ergastolo, era poi fuggito in Maserati con la famiglia.
A cura di Francesca Del Boca
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Giacomo Bozzoli
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Assolto per non aver commesso il fatto. Sì è concluso così il processo a carico di Oscar Maggi per l'omicidio di Mario Bozzoli, l'imprenditore bresciano svanito nel nulla all'interno della sua fonderia di Marcheno (Brescia) l'8 ottobre 2015: per lui la pubblica accusa aveva chiesto 30 anni di carcere.

Si tratta dell'uomo che riattivò i filtri del forno della fabbrica dopo la fumata anomala che, per gli inquirenti, rappresenta l'esatto momento in cui Mario Bozzoli è stato gettato nel fuoco dal nipote Giacomo Bozzoli, dietro le sbarre da oltre un anno dopo la condanna in via definitiva all'ergastolo e una rocambolesca fuga tra la campagna bresciana e la costa spagnola, terminata con la cattura del latitante da parte delle forze dell'ordine.

La scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli

L’8 ottobre 2015 l’imprenditore Mario Bozzoli, titolare della fonderia di famiglia, scompare misteriosamente all'interno della sua fabbrica a Marcheno. Le telecamere di sorveglianza dell'azienda, quel giorno, non riprenderanno mai l'uscita dell'imprenditore che proprio all'ingresso ha lasciato la sua auto parcheggiata come una mattinata di lavoro qualsiasi, senza fare più ritorno.

I sospetti degli inquirenti, fin da subito, si concentrano sul nipote Giacomo: nel corso delle indagini emergono infatti in breve tempo tensioni familiari e conflitti legati alla gestione dell’impresa, con frequenti discussioni economiche e personali soprattutto tra zio e nipote. Quest'ultimo, dopo accertamenti, analisi di ogni genere e il suicidio con una capsula di cianuro di uno degli operai sotto inchiesta, viene processato per omicidio premeditato e distruzione di cadavere: verrà condannato alla pena dell'ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio, fino all'ultima sentenza definitiva del 1 luglio 2024.

La fuga in Maserati di Giacomo Bozzoli

Giacomo Bozzoli con la compagna Antonella Colossi e il figlio all’hotel Hard Rock di Marbella
Giacomo Bozzoli con la compagna Antonella Colossi e il figlio all’hotel Hard Rock di Marbella

È da quel momento che persino del nipote Giacomo Bozzoli si perdono le tracce. Stavolta, però, si tratta di una vera e propria fuga: l'uomo, dopo la lettura del dispositivo, è sparito a bordo della sua Maserati Levante, e con lui la moglie Antonella Colossi e il figlio di 10 anni. I due faranno ritorno a casa solo dopo qualche giorno, facendosi trovare il 5 luglio alla stazione Centrale di Milano: agli inquirenti diranno di aver appena soggiornato all'Hard Rock Hotel di Marbella, Spagna.

Di Giacomo Bozzoli, sulla cui testa pende un mandato di cattura internazionale, sembrano non sapere niente. Il timore è che l'uomo possa essersi già imbarcato verso l'America Latina o il Marocco, mischiandosi tra la folla per cominciare una nuova vita all'estero. Ma in realtà l'imprenditore latitante si nasconde sotto il naso di chi da giorni lo cerca disperatamente: viene ritrovato proprio all'interno della sua mega villa di Soiano sul Lago, rannicchiato dentro il cassettone del letto mentre tra le mani stringe un borsello con 50mila euro in contanti. A tradire l'ergastolano e mettere un punto definitivo alla fuga, in fondo, è il desiderio di rivedere il proprio bimbo.

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