Blitz antidroga alla Barona a Milano, 19 arresti: in carcere Katia “La Nera”, gestiva lo spaccio per conto dei Calaiò

Questa mattina, giovedì 30 ottobre, 19 persone sono state arrestate con l'accusa di far parte dell'organizzazione criminale dei Calaiò e di gestire il traffico di droga nella zona di Barona, a Milano. L'operazione antimafia era cominciata anni fa e aveva portato all'arresto di alcuni membri del clan. Si tratta ancora della fase delle indagini preliminari, quindi gli indagati sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nelle prime ore di oggi, i Carabinieri e la Polizia Penitenziaria hanno arrestato 19 persone su ordine del Giudice per le indagini preliminari di Milano, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia milanese.
L'operazione antidroga, coordinata dalla Procura, è il risultato di una lunga attività di indagine sulla piazza di spaccio legata all'organizzazione criminale dei Calaiò. La polizia penitenziaria ha scoperto che una Katia Adragna, detta "la Nera" gestiva l'attività nel quartiere Barona, oltre che al di fuori del territorio milanese. Durante alcune operazioni precedenti, nell'aprile del 2023 e febbraio 2024, alcuni uomini del clan erano stati arrestati, mentre "la Nera" non era stata colpita da nessuna misura cautelare.
Dopo gli arresti del 2024, era stata avviata un'attività di intercettazione all'interno del carcere dove si trovavano i membri del clan. Alcune conversazioni avevano confermato la presenza della donna al sodalizio criminale del Calaiò, oltre che la sua gestione attiva nella vendita di droga. Katia Adragna infatti organizzava il gruppo, che ha una struttura ben precisa: alcuni compravano la droga, altri la confezionavano, trasportavano e poi vendevano.
Tra i clienti dello spaccio ci sarebbero anche politici e personalità importanti della scena milanese. Come ha spiegato "Il fatto quotidiano", i membri del clan si travestivano da rider e nelle conversazioni venivano chiamati "Glovo". Le basi logistiche dell'organizzazione sarebbero due appartamenti, in via De Pretis e in via Lope de Vega, dove si rifornivano gli spacciatori.