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Appiccò un incendio e fece tre morti a Milano, ma l’Olanda non trasferisce il detenuto: “Carceri italiane inumane”

L’Olanda continua a rifiutare la richiesta di trasferimento in Italia di Washi Laroo, il 26enne olandese arrestato ad Amsterdam come presunto autore di un incendio in un magazzino di Milano nel quale morirono tre ragazzi. Secondo il tribunale olandese le carceri italiane risulterebbero inadeguate per sovraffollamento, numero di suicidi e inadeguatezza delle strutture.
A cura di Alice De Luca
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Il magazzino che ha preso fuoco in via Cantoni, a Milano, e i tre ragazzi morti nell'incendio
Il magazzino che ha preso fuoco in via Cantoni, a Milano, e i tre ragazzi morti nell'incendio

L'Olanda non ha concesso il trasferimento in Italia di Washi Laroo, 26enne olandese destinatario di un mandato di arresto europeo eseguito ad Amsterdam lo scorso dicembre: è accusato di aver appiccato l'incendio in uno show-room alla periferia di Milano nel quale, nel settembre 2024, sono morti tre ragazzi di 17, 18 e 24 anni. La motivazione alla base del rifiuto è che le carceri italiane risulterebbero inadeguate per sovraffollamento, numero di suicidi e inadeguatezza delle strutture.

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Luigi Luzi, il pm di Milano che coordina le indagini insieme al procuratore Marcello Viola, aveva chiesto, tramite il ministero, che le autorità giudiziarie olandesi consegnassero temporaneamente all'Italia il detenuto affinchè potesse partecipare, come prevede il codice, ad accertamenti irripetibili. Il tribunale olandese fino a questo momento ha sempre rigettato la richiesta, ma le trattative tra Italia e Paesi Bassi sarebbero ancora in corso: da quanto si è saputo, il trasferimento potrebbe avvenire solo se il ministero di Giustizia italiano assicurasse di portare Laroo in un istituto penitenziario dove le condizioni detentive non siano quelle allarmanti descritte negli ultimi rapporti dell'associazione Antigone.

Il trasferimento di Laroo sarebbe comunque solo temporaneo e contestuale agli accertamenti: il giovane, infatti, già ricercato nei Paesi Bassi per alcuni reati, espierà la pena nell'istituto dove ora si trova per motivi di reintegrazione sociale. Nel frattempo, però, la Procura di Milano avrebbe intenzione di chiedere il giudizio immediato per lui e per i mandanti e ideatori dell'incendio: Yijie Yao, di 34 anni, e Bing Zhou, di 40. 

I fatti contestati risalgono allo scorso 12 settembre, quando le fiamme divamparono in uno showroom cinese di via Cantoni, a Milano. Nell'incendio morirono tre ragazzi: due fratelli di 18 e 17 anni e un 24enne, che dormivano al piano terra del magazzino. Negli scorsi mesi la Procura di Milano ha accertato che il rogo aveva avuto origine dolosa e ha identificato Laroo come esecutore materiale dell'incendio. Il ragazzo avrebbe agito su indicazione dei due mandanti che, secondo gli inquirenti, avrebbero commissionato l'azione come ritorsione per un debito di 50mila euro contratto dal proprietario del magazzino nei loro confronti.

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