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Aperta un’inchiesta sulla morte del medico Giuseppe De Donno: sotto sequestro telefoni e computer

Gli inquirenti hanno aperto un’inchiesta per sciogliere ogni dubbio sulla morte del medio Giuseppe De Donno trovato morto – dalle prime informazioni si sarebbe impiccato – nella sua casa alle porte di Mantova. Sono già stati sentiti la moglie e i due figli, mentre sono stati posti sotto sequestro cellulari e computer.
A cura di Giorgia Venturini
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La Procura ha aperto un'inchiesta per far luce sulla morte di Giuseppe De Donno, il medico padre della cura sul plasma iperimmune per combattere il Covid che si è suicidato nella sua casa a Curtatone, nel Mantovano, nel pomeriggio di martedì 27 luglio. Dalle prime informazioni il medico si sarebbe impiccato ma restano ancora tanti i dubbi: primo tra tutti il movente del gesto. De Donno infatti non ha lasciato nessun biglietto in casa. Intanto i carabinieri, intervenuti sul posto, dopo pochi minuti dal ritrovamento del corpo già senza vita hanno interrogato i famigliari la moglie Laura e i due figli Martina ed Edoardo e avviato le indagini. E ancora: gli inquirenti hanno proceduto con il sequestro di smartphone, tablet e computer di De Donno, ex primario di Pneumologia all'ospedale Carlo Poma di Mantova.

La camera ardente nell'ospedale dove ha lavorato per quasi 30 anni

Ora indaga sulla vita del medico: da poche settimane De Donno si era dimesso dall'ospedale e dallo scorso 5 luglio scorso lavorava come medico di medicina generale nel comune vicino a Mantova di Porto Mantovano. Tutti a Mantova lo conoscono e con lo scoppio della pandemia il suo nome era diventato noto per aver avviato la sperimentazione sul plasma iperimmune per combattere il Covid definendola lui stesso "un'arma magica". La medicina mondiale poi non ha ritenuto questa cura la più indicata per sconfiggere il virus: già a novembre 2020 uno studio realizzato dall’Hospital Italiano de Buenos Aires e pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine ha spiegato che l’utilizzo del plasma iperimmune sui pazienti gravi per Covid-19 non sortiva alcun effetto. Dalle informazioni disponibili fino ad ora, sembrerebbe che non ci siano dubbi che si sia trattato di suicidio, non risultano infatti indagati. Ora non resta che sciogliere ogni dubbio. Intanto la salma è stata portata nella camere mortuaria dell'ospedale dove ha lavorato per quasi 30 anni. Resta a disposizione dell'autorità giudiziaria.

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