Altri medici si dimettono dal reparto maternità dell’ospedale di Magenta, Di Marco: “Colpa di Regione Lombardia”

I medici del reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale Giuseppe Fornaroli di Magenta, in provincia di Milano, continuano a dimettersi. A marzo i professionisti che avevano lasciato il posto di lavoro erano stati cinque, ora invece sono saliti a otto, sul totale di dieci assunti. La ragione di questo esodo dipenderebbe dal clima di lavoro e in particolare da alcune tensioni nate tra i dottori e l'ex primario, che ha a sua volta presentato le dimissioni lo scorso marzo.
Dopo le prime cinque rinunce, negli ultimi mesi altri tre professionisti hanno lasciato il reparto, facendo salire il numero di abbandoni a otto. Decisioni, queste, che secondo Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lombardia, dipenderebbero dall'immobilismo dell'ASST, l'azienda socio sanitaria territoriale, che è di competenza regionale.
"Le dimissioni sono conseguenza dell’attendismo con la quale Regione Lombardia ha trattato le segnalazioni – ha detto Di Marco – Di fronte alle plurime segnalazioni dei medici, in relazione a comportamenti riconducibili all’ormai ex Direttore di Struttura, l’Azienda (ASST Ovest Milanese) non rilevando a parer suo eventuali criticità, ha valutato in una prima fase di non dare alcun seguito. Una scelta che potrebbe verosimilmente aver innescato il definitivo meccanismo di dimissioni a catena, il cui effetto è stato di mettere a repentaglio l’operatività del reparto".
Le dimissioni dei primi cinque medici, diventate effettive a partire dal primo maggio, a cui si sono aggiunti gli altri tre ritiri, hanno creato diversi problemi e allarmato i sindacati, che ora temono la chiusura del reparto. Il direttore dell'Asst, Valentino Lembo, aveva spiegato ai microfoni di TgR Lombardia di aver cercato di convincere i medici dimissionari a tornare in servizio, anche in virtù delle dimissioni del primario da cui sarebbero sorti i problemi "e in funzione del fatto – spiega ancora Di Marco – che gli episodi descritti all’interno delle prime segnalazioni di gennaio non si sono ripetuti. A dimostrazione che qualcosa fosse successo e, in virtù delle conseguenze, sia stato inizialmente sottovalutato".
Nel frattempo la direzione ha anche attivato la ricerca di nuovo personale da assumere, con bandi e manifestazioni di interesse: "Sono stati avviati contatti con altre ASST – dice il consigliere – per reclutare medici ginecologi da altre strutture o attraverso l’impegno di risorse esperte attive all’interno dell'ospedale di Legnano. Le assunzioni rappresentano l’unica soluzione definitiva, per sanare definitivamente l’ennesimo episodio di mala gestione della sanità pubblica del centrodestra lombardo".