Omicidio di Giulia Tramontano

Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello condannato all’ergastolo in Appello: caduta la premeditazione

È stato condannato alla pena dell’ergastolo anche in Appello Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 nell’appartamento che i due condividevano a Senago (Milano).
A cura di Francesca Del Boca
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È stato condannato alla pena dell'ergastolo anche in Appello Alessandro Impagnatiello, 32 anni, reo confesso dell'omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate il 27 maggio 2023 nell'appartamento che i due condividevano a Senago (Milano). La Corte d'Assise d'Appello di Milano ha quindi confermato la precedente sentenza in primo grado, emessa il 25 novembre 2024, riconoscendo stavolta l'aggravante della crudeltà ma non quella della premeditazione.

Aggravanti che erano state chieste dalla Procura e contestate invece dalla difesa, secondo cui la condotta dell'imputato sarebbe stata in fondo "grossolana, maldestra" e "piena di errori", mentre i numerosi tentativi (da dicembre 2022 a pochi giorni prima del delitto) di avvelenare la compagna e il feto che portava in grembo sarebbero stati dettati invece "solo" dalla volontà di sbarazzarsi del piccolo in arrivo: una strategia difensiva, quella portata avanti dalla legale di Impagnatiello Giulia Gerardini, per evitare il massimo della pena.

La decisione della Corte di far cadere l'aggravante della premeditazione, subito dopo la lettura del dispositivo, ha destato sorpresa e sconcerto nei presenti. "Preferisco non dire niente", ha commentato infatti Loredana Femiano, mamma di Giulia Tramontano.

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L'avvocato Cacciapuoti: "L'esclusione della premeditazione non cambia nulla"

"È stata confermata per intero la sentenza di primo grado con l'ergastolo per tutti i reati contestati, riconosciute le aggravanti della crudeltà e della convivenza ma esclusa la premeditazione. Questo, però, non sposta nulla", ha commentato a fine udienza Giovanni Cacciapuoti, l'avvocato che rappresenta la famiglia Tramontano al processo: "Leggeremo le motivazioni, ma la sentenza è stata comunque confermata".

L'avvocata Gerardini: "Soddisfatta del mio lavoro"

"Non la vivo come una vittoria, perché penso sia una sconfitta generale in un processo di questo genere. Sono sicuramente soddisfatta del mio lavoro che la Corte abbia avvalorato la mia tesi difensiva, almeno in parte", ha dichiarato l'avvocata Giulia Gerardini, che difende Impagnatiello: "Sono curiosa di leggere le motivazioni e capire come e se procedere in Cassazione".

La sentenza di primo grado

I giudici del primo grado (presidente Antonella Bertoja, Sofia Fioretta a latere) avevano invece accolto la tesi delle pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, secondo cui Impagnatiello aveva deciso di uccidere la compagna da molto tempo, almeno dal dicembre dell’anno prima, quando aveva saputo che era incinta del figlio Thiago. "Ha premeditato l'omicidio della donna per almeno sei mesi con il veleno", si legge infatti nelle motivazioni che hanno portato alla condanna del barman il 25 novembre 2024. "Nel momento in cui è stata attinta dai primi fendenti, mentre si trovava ancora in vita e comprendeva che il compagno la stava uccidendo, Giulia ha senz'altro realizzato, sebbene per una manciata di secondi, che con lei moriva anche il nascituro che portava in grembo". 

Il 27 maggio, inoltre, Impagnatiello aveva realizzato che "il proprio castello di menzogne era crollato, tutte e due le donne perdute, era diventato lo zimbello al lavoro", decidendo di conseguenza di "non indugiare più, di smettere di essere subdolo e prudente". Una "presa di consapevolezza" che "lo ha avvilito e mortificato", ma che al tempo stesso è stata "compensata" da una "rabbia fredda e da una lucida risolutezza che lo ha portato, poche ore dopo, a riaffermarsi e vendicarsi di quel ‘torto' subito" preparando un "agguato" nei confronti della compagna Giulia, "rimodulando il programma criminoso da mesi portato avanti in modo poco efficace" con "modalità nuove ed efferate".

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