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“Aiuto, mio marito mi ha bruciato”: la disperata telefonata di Mina Safine ai soccorsi

“Mi aiuti, mio marito mi ha bruciato”. Durante il processo, che vede il marito imputato con l’accusa di omicidio volontario, è stato ascoltato l’audio dell’ultima telefonata di Mina Safine, la 45enne deceduta in seguito alle gravi ustioni riportate sul suo corpo. Il marito, al momento rinchiuso al carcere di Opera, era presente al processo e ha continuato a negare di aver dato fuoco alla donna.
A cura di Simona Buscaglia
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"Mi aiuti, mio marito mi ha bruciato. Chiamami l'ambulanza, ti prego". Sarebbero queste le parole contenute nella telefonata al 112 di Mina Safine, la donna di 45 anni che, secondo l'accusa, sarebbe stata aggredita con dell'alcol da parte del marito che le avrebbe poi dato fuoco. L'audio della chiamata ai soccorsi è stato reso pubblico durante il processo che vede Abderrahim Senbel, il marito della donna, come unico imputato, accusato di omicidio volontario, e da tempo rinchiuso nel carcere di Opera, nel Milanese. La donna, nonostante i tentativi di salvarle la vita, era deceduta giorni dopo l'aggressione, all'Ospedale di Genova dove era stata trasferita in seguito alle ustioni sul 90 per cento del corpo.

Il marito nega di aver dato fuoco alla moglie

Al processo, secondo quanto riferito dal Giornale di Brescia, era presente anche il marito della donna, in lacrime, che negava di aver compiuto il fatto, ripetendo, come ha sempre fatto, che la donna si sia data fuoco da sola. La sua versione però non ha mai convinto gli inquirenti che lo hanno accusato di omicidio volontario. Nessun testimone ha mai fornito dettagli chiari sull'accaduto. L'appartamento di fianco a quello della coppia di origini marocchine era disabitato e i vicini di casa si sono sempre limitati a dire che avevano sentito gridare entrambi ma che non capivano cosa fosse successo. Nell’appartamento di via Tiboni a Urago Mella, nel Bresciano, gli inquirenti avevano trovato del liquido infiammabile e una coperta. L'uomo, anche lui ustionato sul braccio, sul fianco sinistro e sulla mano destra, viene ricoverato al Civile di Brescia e arrestato. La dinamica dell'accaduto rimane su due fronti opposti: da una parte la convinzione dell'accusa che sia stato l’uomo a dare fuoco alla moglie, come ripete disperata lei stessa nella telefonata al 112, dall’altra lui che ha sempre negato, come riferito anche dal suo avvocato Luigi Daniele Fariello.

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