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La moglie morì bruciata tra le fiamme, marito a processo per omicidio. La difesa: “Si è suicidata”

Si terrà il prossimo 27 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Brescia la prima udienza del processo a carico di Abderrahim Senbel, 55enne accusato di aver ucciso la moglie Mina Safine dandole fuoco nella loro abitazione di Brescia nel settembre del 2020. Fu la donna ad accusare il marito poco prima di perdere i sensi. L’uomo si è sempre difeso, sostenendo che la moglie si sia suicidata al culmine di una crisi depressiva.
A cura di Francesco Loiacono
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Mina Safine e il marito Abderrahim Senbel, accusato di omicidio
Mina Safine e il marito Abderrahim Senbel, accusato di omicidio

È finito a processo con l'accusa di omicidio volontario aggravato Abderrahim Senbel, 55enne accusato di aver ucciso la moglie Mina Safine dandole fuoco nella loro abitazione di Brescia. Il pubblico ministero Caty Bressanelli (la stessa che indaga sull'omicidio di Laura Ziliani) ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per l'uomo, che è attualmente recluso nel carcere di Opera, vicino Milano, e che continua a professare la sua innocenza: sostiene che la moglie si sarebbe suicidata al culmine di una crisi depressiva.

La tragedia nel settembre 2020 a Brescia

I fatti risalgono alla notte tra il 20 e il 21 settembre 2020: i soccorsi intervennero per un incendio nell'abitazione della coppia in via Tiboni, nel quartiere di Urago Mella. I vigili del fuoco riuscirono a spegnere le fiamme, ma la 45enne Mina Safine rimase gravemente ustionata: trasportata all'ospedale di Genova, morì una settimana dopo nel reparto grandi ustionati. Poco prima di essere caricata sull'ambulanza e di perdere i sensi, tuttavia, la donna riferì ai soccorritori che era stata "bruciata dal marito", come aveva spiegato all'epoca a Fanpage.it il colonnello Giuseppe Tuccio, allora comandante provinciale dei carabinieri di Brescia. Da lì partirono le indagini che portarono all'arresto del marito di Mina: l'uomo rimase prima piantonato a lungo agli Spedali Civili di Brescia, in quanto anch'egli riportò ustioni nell'incendio, poi venne portato in carcere a Opera.

Dal penitenziario l'uomo continua a professare la sua innocenza: sostiene che la moglie si sarebbe cosparsa da sola con del liquido infiammabile e si sarebbe data fuoco al culmine di una lite che venne udita dai vicini. Mina era una badante, il marito lavorava come addetto alle pulizie in un albergo. Si trattava di una coppia in apparenza ben integrata: lei non aveva mai sporto denunce in precedenza per maltrattamenti, lui non aveva nessun precedente penale. Adesso spetterà ai giudici capire cosa sia accaduto nella casa della coppia: la prima udienza è prevista il 27 ottobre davanti alla Corte d'Assise di Brescia.

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