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Accusato di maltrattamenti dall’ex moglie, viene assolto in via definitiva perché è un “fatto culturale”

È stato assolto in via definitiva l’uomo bengalese accusato di maltrattamenti dall’ex moglie. La Corte d’Appello di Milano ha rinviato gli atti in Procura affinché proceda valutando il reato di falsa testimonianza nei confronti della 28enne e del nuovo compagno.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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È stato assolto anche dalla Corte d'Appello di Brescia, e quindi in via definitiva, l'uomo di origini bengalesi accusato di maltrattamenti e violenza sessuale ai danni della ex moglie, sua connazionale. In primo grado era stata la stessa Procura a chiedere l'assoluzione dell'imputato parlando di "questione culturale". Per l'accusa, la sua condotta non costituiva reato in quanto "la compressione delle libertà morali e materiali" contestate dalla parte offesa sarebbero state "frutto dell’impianto culturale di origine". La donna aveva presentato poi ricorso in Appello, ma anche in secondo grado l'imputato è stato assolto perché "il fatto non sussiste". La Corte ha anche rinviato gli atti in Procura affinché valuti il reato di falsa testimonianza nei confronti della donna e del suo nuovo compagno.

La 28enne aveva accusato il suo ex marito di maltrattamenti fisici, come schiaffi e tirate di capelli, e di aver subito da lui vessazioni. La donna, anche in Appello, aveva raccontato i vari episodi di violenza, cercando di spiegare il clima che era costretta a vivere dentro casa. Come detto, già in primo grado la Procura aveva chiesto l'assoluzione per l'imputato sostenendo che i comportamenti che gli venivano attribuiti fossero "frutto dell’impianto culturale di origine e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge". In aula il pm aveva sostento che "il fatto non sussiste nella sua oggettività" e i giudici avevano assolto l'imputato.

Tuttavia, la 28enne aveva deciso di impugnare la sentenza e di portare il caso in Corte d'Appello. Poiché la Procura generale aveva deciso di non presentare ricorso, il secondo grado riguardava solo i termini di un eventuale risarcimento nei confronti della parte lesa. I giudici della Corte, presieduta da Silvia Milesi, hanno ascoltato di nuovo la 28enne e il suo nuovo compagno lo scorso 11 marzo e hanno deciso di confermare l'assoluzione dell'imputato, difeso dall'avvocata Gabriella Pezzotta.

La Corte d'Appello, oltre a rendere definitiva l'assoluzione dell'uomo, ha condannato la parte offesa al pagamento delle spese processuali e rinviato gli atti alla Procura affinché proceda valutando il reato di falsa testimonianza nei confronti della 28enne e del nuovo compagno.

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