Accusato di maltrattamenti dall’ex moglie, viene assolto in via definitiva perché è un “fatto culturale”

È stato assolto anche dalla Corte d'Appello di Brescia, e quindi in via definitiva, l'uomo di origini bengalesi accusato di maltrattamenti e violenza sessuale ai danni della ex moglie, sua connazionale. In primo grado era stata la stessa Procura a chiedere l'assoluzione dell'imputato parlando di "questione culturale". Per l'accusa, la sua condotta non costituiva reato in quanto "la compressione delle libertà morali e materiali" contestate dalla parte offesa sarebbero state "frutto dell’impianto culturale di origine". La donna aveva presentato poi ricorso in Appello, ma anche in secondo grado l'imputato è stato assolto perché "il fatto non sussiste". La Corte ha anche rinviato gli atti in Procura affinché valuti il reato di falsa testimonianza nei confronti della donna e del suo nuovo compagno.
La 28enne aveva accusato il suo ex marito di maltrattamenti fisici, come schiaffi e tirate di capelli, e di aver subito da lui vessazioni. La donna, anche in Appello, aveva raccontato i vari episodi di violenza, cercando di spiegare il clima che era costretta a vivere dentro casa. Come detto, già in primo grado la Procura aveva chiesto l'assoluzione per l'imputato sostenendo che i comportamenti che gli venivano attribuiti fossero "frutto dell’impianto culturale di origine e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge". In aula il pm aveva sostento che "il fatto non sussiste nella sua oggettività" e i giudici avevano assolto l'imputato.
Tuttavia, la 28enne aveva deciso di impugnare la sentenza e di portare il caso in Corte d'Appello. Poiché la Procura generale aveva deciso di non presentare ricorso, il secondo grado riguardava solo i termini di un eventuale risarcimento nei confronti della parte lesa. I giudici della Corte, presieduta da Silvia Milesi, hanno ascoltato di nuovo la 28enne e il suo nuovo compagno lo scorso 11 marzo e hanno deciso di confermare l'assoluzione dell'imputato, difeso dall'avvocata Gabriella Pezzotta.
La Corte d'Appello, oltre a rendere definitiva l'assoluzione dell'uomo, ha condannato la parte offesa al pagamento delle spese processuali e rinviato gli atti alla Procura affinché proceda valutando il reato di falsa testimonianza nei confronti della 28enne e del nuovo compagno.