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Stefania Rota morta a Mapello

Accusato dell’omicidio della cugina Stefania Rota, per il gip Ivano Perico è “violento e pericoloso”

Ivano Perico deve restare in carcere. Accusato dell’omicidio della cugina Stefania Rota, per il giudice ha una “personalità violenta e pericolosa”. Si indaga ancora sul movente, forse si è trattato di una questione di soldi.
A cura di Enrico Spaccini
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Il gip Massimiliano Magliacani ha firmato l'ordinanza dell'arresto di Ivano Perico, l'ex rappresentante di birre 61enne accusato dell'omicidio della sua cugina di secondo grado, Stefania Rota. Per il giudice, quella di Perico è una "personalità violenta e pericolosa" che manca "di qualsiasi pietà ed empatia per la persona uccisa, anche solo per il suo cadavere". Il 61enne ha confessato di aver ucciso Rota, anche se il movente non è stato ancora chiarito. L'ipotesi che dietro all'aggressione ci sia una questione di denaro è la più probabile.

L'11 febbraio 2023

Che i due si frequentavano lo sapevano tutti a Mapello, nel Bergamasco. I cugini venivano visto spesso andare a camminare ad Ambivere, inoltre tra loro risultano ben 109 telefonate in un periodo compreso tra il 16 luglio 2022 e l'11 febbraio 2023. Poi, il silenzio improvviso.

Rota teneva un'agenda su cui fissava i propri appuntamenti, ma anche i pensieri. Uno di questo recitava: "Attenta, Ste, a Ivano. Ma già lo sai". Quel diario, però, smette di essere aggiornato proprio l'11 febbraio. Nello stesso giorno, Perico la chiama due volte. La prima alle 13:13 per 520 secondi, la seconda alle 14:36 per altri 5 secondi. Dopodiché non la richiamerà più. Per gli investigatori, la 62enne è stata uccisa proprio quel giorno, anche se il suo cadavere è stato ritrovato nella sua abitazione in via XI Febbraio solo il 21 aprile.

I depistaggi e le "false informazioni"

Nelle settimane tra la presunta data della morte e il ritrovamento del corpo, Perico avrebbe messo in piedi una serie di bugie e depistaggi per poter ingannare i conoscenti della cugina di secondo grado circa la sua reale fine. Ad esempio, tra fine febbraio e inizio marzo due amiche sono andate a bussare a casa sua. Non trovandola, hanno citofonato a Perico che abita a pochi metri: "È via per lavoro, torna sabato", gli avrebbe risposto il 61enne.

Oppure ancora, poco prima di Pasqua (9 aprile) chiede di lei una coppia di amici: "È andata lontana, a lavorare con una persona che le dava 1.500 euro", risponde Perico aggiungendo che sua moglie aveva visto Stefania solo 15 giorni fa, cosa impossibile visto lo stato di decomposizione in cui è stata trovata la donna.

Per il gip, queste "false informazioni" date alle amiche della donna erano un modo per "occultare la propria azione omicida". Proprio come lo spostamento della Ford Fiesta blu che risale al 10 aprile, quindi il giorno seguente alla visita della coppia amica. Poi ce ne sarebbero stati altri, mai troppo lontani da Mapello "per il timore di incappare in un controllo stradale".

Il movente

Per quanto riguarda il movente, il gip scrive che servono "ulteriori attività di indagine". L'ipotesi più probabile è che ci sarebbero state questioni di denaro.

Di sicuro i domiciliari non possono essere compatibili in quanto "la scoperta di un’eventuale relazione (di qualunque genere) tra l’indagato e Rota Stefania potrebbe generare liti in famiglia con possibili ripercussioni negative per l’incolumità della moglie e della figlia alla luce del fatto che l’indagato si è dimostrato in grado di uccidere".

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