Migranti, al via sgombero della baraccopoli di San Ferdinando in Calabria
Per anni è stato il simbolo del degrado e del fallimento dell'accoglienza ai migranti ma anche l'opportunità per tanti sfruttatori di assoldare manodopera in nero e a bassissimo costo per i lavori agricoli, ora per la baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria potrebbe essere la parola fine. Dalle prime luci dell’alba di mercoledì, infatti, centinaia di uomini tra forze dell'ordine, vigili del fuoco e servizi sanitari sono arrivati sul posto per dare il via allo sgombero totale del campo di baracche improvvisato che nel tempo ha ospitato decine di magliaia di migranti. Come fanno sapere dal Viminale da cui è partito l'ordine di sgombero, per l'operazione sono impiegati circa 600 uomini che, attraverso 18 pullman che faranno la spola per tutta la giornata, dovranno trasferire in altre strutture le circa 900 persone che risiederebbero ancora nel campo. Un gruppo sarà ospitato in un'altra tendopoli realizzata dalla Regione Calabria in cui sono stati ricavati 300 nuovi posti. Altri andranno in centri Sprar e Cas della Calabria.
Si tratta di una operazione che si presume complessa e soprattutto molto lunga e che prevede alla fine anche la distruzione di tutte i rifugi improvvisati attraverso quattro mezzi del genio militare fatti arrivare sul posto. Alla fase di sgombero delle persone prenderanno parte anche operatori della protezione civile e della Caritas. Subito poco dopo l'inizio dello sgombero è arrivato il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini che su twitter ha scritto: "Come promesso, dopo anni di chiacchiere degli altri, noi passiamo dalle parole ai fatti".
In realtà nella enorme baraccopoli già in tanti erano andati via nei giorni scorsi e qualcuno lo ha fatto autonomamente questa mattina quando l'area è stata praticamente militarizzata. Secondo i sindacati di base, infatti, degli oltre 1600 abitanti che fino a qualche giorno affollavano l’area, ne son rimasti non più di trecento. Il risultato è che molti hanno già allestito mini baraccopoli in altre aree disperdendosi su territorio in attesa che la situazione si calmi. "In molti non si sono fatti trovare e si sono spostati nei dintorni, altri hanno deciso di partire per altre zone”, ha rivelato Peppe Marra dell’Usb, aggiungendo:, "Chi è rimasto, per lo più non ha intenzione di accettare di entrare nelle tende che la Prefettura ha messo in piedi dall’altra parte della strada o di andare nei Cas. Anzi, molti che erano stati trasferiti nelle scorse settimane sono già tornati. Si organizzeranno autonomamente, con il risultato di creare mille nuovi micro insediamenti”.