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Meningite: bimbo di due anni muore in poche ore a Bologna

Il piccolo aveva febbre molto alta e per questo i parenti lo avevano portato in ospedale ma era stato dimesso poco dopo. Alcune ore dopo si è aggravato ed è tornato al pronto soccorso ma ormai le sue condizioni erano già critiche e si è spento poco dopo nonostante il ricovero in Rianimazione e le terapie di supporto vitale.
A cura di Antonio Palma
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Un bambino di appena due anni è morto a poche ore dal ricovero in ospedale per meningite da meningococco.  La tragedia nei giorni scorsi all'ospedale Maggiore di Bologna dove ora, dopo la conferma arrivata dalle analisi cliniche, è scattata la segnalazione con conseguente procedura per la profilassi.  Il caso di sepsi è stato segnalato al dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl del capoluogo emiliano nella notte tra il 18 e il 19 gennaio e cioè quando il piccolo, arrivato al pronto soccorso accompagnato dai genitori, è deceduto. Secondo una prima ricostruzione, il bimbo aveva febbre molto alta e per questo i parenti nella mattinata di venerdì, poco prima di mezzogiorno, lo avevano portato in ospedale. Qui i medici avevano constatato una infiammazione alle alte vie respiratorie e, visto che rispondeva alla terapia di paracetamolo, lo avevano dimesso poco dopo.

Nella stessa serata però il bambino è stato portato nuovamente al Pronto Soccorso per un peggioramento evidente. Questa volta le condizioni generali apparivano molto gravi, con segni evidenti di shock settico in atto. A questo punto sono scattate le terapie di supporto vitale e il bimbo è stato ricoverato in Rianimazione ma ogni sforzo è stato vano e il piccolo è deceduto nella notte tra il 18 e il 19 gennaio 2019. Come spiegano dall'ospedale, le successive analisi hanno riscontrato "la presenza di Neisseria mengitidis, ceppo del meningococco di tipo B, confermando la diagnosi clinica di shock settico che, quando provocato da tale batterio, ha esito infausto in elevata percentuale".

L'Ausl bolognese ha specificato in una nota che sono state immediate le misure di profilassi che, "secondo i protocolli internazionali e nazionali, sono scattate nei confronti degli operatori sanitari e dell’intero nucleo famigliare residente a Bologna, in tutto 34 persone". Per quanto riguarda gli altri contatti del bimbo, inveceè emerso che il piccolo non frequentava l’asilo né altre comunità al di fuori dei contatti famigliari stretti. Sono in corso ulteriori accertamenti per capire se estendere la profilassi ad altri soggetti che possono aver avuto contatti col piccolo.

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