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Matteo Salvini: “Non rispondo alle provocazioni dei 5S, ma la pazienza sta per finire”

Il vicepremier Matteo Salvini, dal suo 25 aprile in Sicilia, ha commentato con Repubblica le forti tensioni con gli alleati di governo. Il vicepremier ha affermato di non sapere se ai suoi elettori sia rimasta la sua stessa pazienza, che in questi giorni gli ha permesso di non rispondere alle provocazioni.
A cura di Annalisa Girardi
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La pazienza del vicepremier Matteo Salvini verso gli alleati di governo pentastellati sta per finire. Il segretario della Lega, che ha trascorso il 25 aprile in Sicilia dove il suo partito si presenterà da solo alle comunali che avverranno fra qualche giorno, ha commentato così a Repubblica le tensioni con il Movimento Cinque Stelle, che si sono fatte più profonde nelle ultime settimane. "Io di pazienza ne avrei, ma la gente si avvicina per fare selfie, stringermi la mano e mi dice: Matteo, ma questi 5 Stelle vogliono continuare ancora così? Ti attaccano sempre? Perché non rompi?", ha commentato il ministro dell'Interno.

Salvini afferma di non voler cedere alle polemiche, nonostante le provocazioni di Luigi Di Maio dei giorni scorsi: "Ma mi chiedo se la mia stessa pazienza ce l'hanno ancora gli elettori che hanno voluto questo governo". Pazienza al limite quindi, verso i Cinque Stelle che continuano a chiedere le dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione. "Io con Siri ho parlato, mi ha detto di essere tranquillo e tanto mi basta. Per me deve restare al suo posto", sottolinea Salvini. "Spero abbia modo di spiegare ai magistrati, che in un Paese normale lo avrebbero chiamato dopo un quarto d'ora, non settimane dopo", continua il vicepremier. Riguardo all'incontro di Giuseppe Conte con il sottosegretario del Carroccio: "Il presidente del Consiglio è libero di incontrare chi vuole".

Lo scontro quotidiano con il M5S ha pervaso anche le celebrazioni per la Liberazione dalla dittatura nazifascista. "Sarebbe stato più semplice per me svegliarmi tardi e stare a Milano o a Roma, ma ho sentito il dovere di essere qua, con gli uomini e le donne che rischiano la vita indossando la divisa per liberare il paese dall'occupazione mafiosa", ha dichiarato Salvini, aggiungendo che qualsiasi cosa avesse fatto nella giornata di ieri avrebbe scatenato ulteriori polemiche. Un 25 aprile lontano dalle manifestazioni tradizionali a cui hanno partecipato le cariche pubbliche. Infatti, ha commentato Salvini, se è "giusto ricordare il passato, la lotta per i diritti e la democrazia", lo è altrettanto pensare al presente, e quindi "liberare il Paese dalla mafia, dalla camorra, dalla ‘ndrangheta".

Sulle elezioni siciliane il segretario del Carroccio ha affermato che rappresenteranno una "sfida identitaria" per il suo partito. "La Lega può farcela da sola, ha le spalle larghe", ha continuato Salvini, affermando che quando si ha a che fare con "candidati poco raccomandabili, allora è meglio soli che male accompagnati". Per quanto riguarda invece l'offerta di Silvio Berlusconi di formare un'alleanza post voto in Europa tra Ppe e sovranisti "illuminati", afferma la necessità di aspettare il 26 maggio, giorno delle elezioni. "Prima portiamo una valanga di voti alla Lega, poi discuteremo del resto", ha concluso.

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