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Mamma Aldrovandi: “Gli assassini di Federico torneranno in servizio a fine anno”

Dopo la liberazione di tre dei quattro agenti che uccisero il figlio, Patrizia Moretti afferma: “Quattro poliziotti, armati, condannati per omicidio, torneranno per le strade con un buffetto e senza che nemmeno si siano resi conto di quello che hanno fatto”. Lino Aldrovandi, padre del giovane: “Il nuovo Capo della Polizia avrà qualche chance di dare una pulizia etico morale al Corpo?”.
A cura di Davide Falcioni
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Questa mattina è uscito dal carcere Paolo Forlani, l'ultimo di quattro agenti di polizia condannati per l'omicidio del giovane Federico Aldrovandi. L'altro detenuto – Luca Pollastri -è tornato in libertà sabato. Ha finito di scontare la sua pena anche Monica Segatto, mentre resta ai domiciliari Enzo Pontani, che ha iniziato il periodo detentivo dopo gli altri ma che comunque presto tornerà libero: quando accadrà, tutti e quattro gli assassini di Federico Aldrovandi avranno finito di scontare la loro pena di 6 mesi. Per il sindacato di polizia Coisp si sarebbe trattato di una pena eccessiva, malgrado in origine la condanna fosse di 3 anni e 6 mesi.

Ebbene, intervistata da La Stampa ha parlato Patrizia Moretti, madre del giovane ucciso: "Sei mesi per aver ucciso qualcuno è sbagliato, ingiusto, doloroso e soprattutto inaccettabile – dice – E non perché sei mesi siano pochi, anche se sarebbe ipocrita dire che non lo siano. Ma perché sei mesi non sono bastati. Se il carcere dev’essere riabilitativo, come io credo, ebbene per queste persone non lo è stato: non si sono mai pentiti, non hanno mai avuto una parola di dispiacere per la morte di Federico. Mai". Ma per la donna la paura più grande è che – dopo i sei mesi di sospensione addebitati dalla commissione disciplinare della polizia – i quattro agenti possano tornare in servizio: "A fine anno – racconta la donna – tutti torneranno in servizio. Quattro poliziotti, armati, condannati per omicidio, torneranno per le strade con un buffetto e senza che nemmeno si siano resi conto di quello che hanno fatto. Questi poliziotti sono stati protetti, è evidente. E questo mi fa male. Quel che invece mi rassicura è che l’opinione pubblica ha reagito. Anche se la giustizia ha fatto il suo corso, è la condanna dell’opinione pubblica ciò che più conta. Solo così riusciremo a cambiare la cultura nelle istituzioni". Patrizia Moretti ha quindi chiosato: "Chi può, istituisca il reato di tortura. Chi non lo vorrebbe istituire ha una sola ragione: evidentemente lo perpetra. E questo non è più accettabile".

Anche il padre di Federico Aldrovandi, Lino, ufficiale di polizia municipale, ha risposto ieri mattina a una domanda di un ascoltatore di Radio Rai che gli chiedeva un commento sulla liberazione degli agenti che hanno ucciso suo figlio: "Ora lei capisce bene – risponde Lino – che dopo i fatti del G8 dove questi superiori sono stati tutti promossi e nemmeno puniti pur condannati in Cassazione, lei capisce bene che siamo in un momento tragico. Secondo lei chi risponde alla coscienza dello Stato e della Polizia di Stato. Secondo lei il nuovo Capo della Polizia avrà qualche chance di dare una pulizia etico morale al Corpo?".

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